“Il dl in discussione ha palesi profili di incostituzionalità  perché va contro il contenuto dell’art. 27 della Costituzione, che tra i punti cardine ha quello della funzione rieducativa della pena. Quel principio sottolinea che non è ammessa la pena di morte. Ma che sono i 61 suicidi avvenuti in queste settimane? Il provvedimento ha requisiti di necessita e urgenza ma allora non si fa un decreto improvvisato, si danno risposte alle emergenze. Avevamo offerto un terreno di dialogo, con proposte semplici e di buon senso. Vi siete chiusi”.  Così il senatore del Pd Walter Verini nel suo intervento in Aula.
“Andate nelle carceri, parlate con i detenuti e con gli agenti di polizia penitenziaria, parlate con gli operatori, i garanti delle carceri, i magistrati di sorveglianza, i volontari e i direttori. Andate a Rieti o a Sollicciano, a Prato o a Brescia da dove è partita l’angosciosa lettera dei detenuti che ha mosso l’intervento del Presidente Mattarella. Andate a Poggioreale o a Biella, a Terni. Ma andateci! Andate a Rebibbia dove siamo stati e dove abbiamo toccato  con mano la vergogna di tre bambini in carcere con le madri. Andate negli Istituti minorili. Scoppiano anche quelli dopo il decreto Caivano. Andateci però. Andate a toccare con mano l’inferno, con spazi ristrettissimi, persino gli spazi destinati alla socializzazione sono occupati dai ‘nuovi giunti’ a causa del sopraffollamento. Il caldo  non fa che aggravare la situazione”, sottolinea il parlamentare.
“Avete fatto un decreto vuoto. Non avete rispettato l’art, 27 della Costituzione, il principio di umanità, e del reinserimento sociale. Non vi sono misure di lotta al sovraffollamento. Nessuna risorsa per la polizia penitenziaria e per la formazione. Nessuna misura per inserire figure multidisciplinari, psicologi e mediatori culturali. Nessuna misura per favorire lo scambio con i familiari, anche attraverso le videochiamate. Avete detto 235 volte NO”, continua Verini.  “Avremmo capito ma se il decreto fosse pieno di contenuti. Invece è un decreto vuoto, un guscio crudele che ha anche creato pericolose illusioni in una popolazione carceraria che è stremata da condizioni invivibili. Lo sappiamo, sono persone che hanno sbagliato e che devono giustamente pagare il loro debito con la giustizia. Le pene devono essere pene certe. Ma sono persone – conclude Verini – non rifiuti da gettare in quelle discariche umane che troppo spesso sono le carceri”.

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