“Questo provvedimento non passerà alla storia della giustizia italiana. Il titolo promette, ma è più di comunicazione che di sostanza. Eppure avrebbe potuto esserci la possibilità di un salto di qualità, vista la disponibilità al confronto manifestata dal Pd e dalle opposizioni. Anche il nostro voto di astensione ha questo significato. Siamo di fronte a un provvedimento evasivo, che non coglie il cuore dei tanti e drammatici problemi. Alcuni interventi derogatori e di perfezionamento delle norme in vigore ci sono. Ma è una nuova occasione mancata, che non fa danni per quello che c’è, ma per quello che il governo e la maggioranza continuano a non vedere e a non fare”. Lo ha detto in Aula il senatore Walter Verini, segretario della Commissione Giustizia, in dichiarazione di voto.
“Dopo la manovra di tagli – ha proseguito Verini – sarebbe stato necessario ben altro approccio verso un comparto fragile che avrebbe bisogno di investimenti significativi: le carceri sono al collasso, il numero dei detenuti è ormai intorno a 63mila rispetto ad una capienza effettiva di 47mila posti, i suicidi hanno toccato il numero record di 91 nel solo 2024 e sono già 6 in questi primi quindici giorni dell’anno. Sarebbe stato necessario investire perché la pena non sia una vendetta: sulla salute mentale, sulla giustizia minorile, sul personale anche medico e psichiatrico, sul lavoro e la formazione dei detenuti, su nuove Rems che dovrebbero essere presenti in tutte le regioni; per eliminare la vergogna delle detenute madri in carcere con i figli minori. E anche gli interventi sull’edilizia carceraria dovrebbero essere coerenti con l’idea della rieducazione e del reinserimento. Si dovrebbe investire sui giudici di pace e sull’ufficio del processo. Niente di tutto questo, ci sono tanti motivi per bocciare la politica della giustizia del governo Meloni”.