“Noi abbiamo il dovere di difendere innanzitutto l’onore, il decoro, del parlamento e delle istituzioni.
La ministra ha invece dato l’impressione di tenere più a se stessa che all’onore delle istituzioni.
Lo ha fatto non dicendo la verità al Parlamento, negando evidenze. Negando fatti, dai quali hanno preso il via inchieste giudiziarie, che faranno il loro corso.
Fino al termine di queste, la ministra è solo indagata.
Ma il punto non riguarda l’aspetto penale.
Il punto, ministra Santanchè per noi dunque non è penale, ma tutto politico- istituzionale.
Ha a che fare con irregolaritá nella gestione delle sue società, con contributi pubblici non restituiti, con disinvolte operazioni societarie, con una gestione non imprenditoriale, del personale. Con una gestione disinvolta e scorretta degli ammortizzatori sociali, della cassa integrazione.
Ha a che fare con operazioni finanziarie e rapporti con fondi di investimento su cui sarebbe necessario, squarciare ogni velo.
Ha a che fare con trasferimenti di quote societarie a congiunti e conviventi per evitare – formalmente – conflitti di interesse. Ma che nella sostanza lei mantiene intatti. Come può occuparsi di concessioni balneari quando fino a pochissimo tempo fa deteneva quote di un noto stabilimento balneare in Versilia, cedute ora ad altrettanti noti suoi concittadini, soci e sodali?
E come fa un ministro a trovarsi senza imbarazzo nella condizione di trattare rientri con le banche, rateizzazioni con le agenzie delle entrate?
In italia ci sono migliaia e migliaia di imprese, di imprenditori, che ogni giorno si rimboccano le maniche. Rispettano le regole. Chiedono, giustamente, meno tasse ma non le considerano un “pizzo di stato”, perché sanno che servono a mantenere la sanità, la scuola, i servizi pubblici, le infrastrutture.
In anni recenti, ministri si sono dimessi, non per ragioni penali ( poi rivelatesi inconsistenti) ma per motivi di opportunità, mentre – è giusto ricordarlo – anche dalle vostre parti c’era chi strillava e invocava le dimissioni.
Secondo noi nel caso della ministra Santanchè, ci sono cento motivi in più per fare un passo indietro. Non riusciamo a capacitarci come a chiederlo apertamente ( perché abbiamo toccato con mano imbarazzi ) non siano anche i suoi colleghi di partito e di maggioranza, che ora si apprestano a votare contro una sfiducia con scarsa convinzione”. Così il senatore del Pd Walter Verini in dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia alla ministra Santanchè.


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