«Ma quale inchino ai mafiosi? Delmastro è un irresponsabile. Ne risponderà in tutte le sedi. Lui e Donzelli non possono rimanere al loro posto. E Giorgia Meloni non può più tacere».

Meloni ha invitato all’unità. Walter Verini – senatore pd, tra i parlamentari in visita nel carcere -, non basta?

«Appello ipocrita. Richiama all’unità ma nei fatti finora copre un sottosegretario e un vicepresidente Copasir che utilizzano documenti riservati per manganellare una forza di opposizione, indebolendo la lotta a mafia e terrorismo».

Per Nordio non erano né secretate, né riservate.

«A “diffusione limitata”, però. E per il Dap non divulgabili. Potenzialmente potevano essere utili per indagini antimafia o per l’intelligence. Bel capolavoro! Hanno neutralizzato perfino il 41 bis. Deciderà la magistratura se è stata compiuta una violazione di segreto d’ufficio. Ma ormai quale credibilità possono avere nei delicatissimi ruoli?».

Delmastro vi accusa di aver accolto la richiesta di Cospito di parlare prima con i boss. Avete parlato di 4i bis?

«Eravamo lì per verificare le condizioni di Cospito. Le celle sono attaccate. Dallo spioncino abbiamo chiesto anche agli altri solo: da quanto è qui? Quanto tempo ancora? È una vergognosa montatura».

Cospito digiuna contro 41 bis ed ergastolo ostativo: dargli sostegno non indebolisce queste misure?

«Nessun sostegno a un criminale con idee aberranti. Abbiamo verificato le sue condizioni di salute e visitato l’istituto. Un detenuto non deve perdere la vita in carcere, a maggior ragione lui, che è meglio non divenga un “martire”. Ma siamo per rafforzare il 41 bis e abbiamo mantenuto l’ergastolo ostativo alle condizioni della Corte costituzionale. Anche se…».

Anche se?

«Se Gherardo Colombo, Flick, Caiazza, Manconi invitano a rivederlo o toglierlo non è reato interrogarsi».

Lei cosa si è risposto?

«Il 41bis va mantenuto. Ma secondo la Corte europea e quella italiana va applicato per evitare contatti, senza inutili afflizioni. In generale, al di là del 41 bis, non siamo quelli del “buttiamo la chiave”. Le pene devono essere tese alla rieducazione. Sulla lotta alle mafie, poi, siamo il  partito che si riconosce in Pio La Torre. E impediremo di indebolire strumenti come intercettazioni, norme anti-infiltrazione negli appalti e Pnrr, o contro il riciclaggio con l’aumento del contante».

Per Cospito ci sono stati attentati e in piazza la tensione sale. Come uscirne?

«Con l’unità del Paese, come contro il terrorismo. Ecco perché non possono restare loro due, criticati anche dalla loro stessa maggioranza».

Da ieri sono sotto scorta.

«Siamo solidali con chi viene minacciato. Serve unità ma anche credibilità dello Stato, che i comportamenti suoi e di Donzelli hanno incrinato».


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