«Sui temi etici non possono esserci diktat. Adesso è venuto il momento di parlare a tutto lo stadio, non solo a una curva». A dirlo Walter Verini, membro della direzione nazionale del Pd.
Nel centrosinistra torna a essere d`attualità il tema del fine vita. Quale la sua visione?
«Sono firmatario della proposta Bazoli, che più di tutti si è impegnata per trovare un punto di caduta sul tema. Il mio punto di vista è chiaro. Però occorre tener conto di tutte le sensibilità o meglio non bisogna sventolare bandiere».
Cresce, intanto, il fronte pro-vita. Non teme che la sua posizione diventi minoritaria?
«Mi piace rispettare tutte le posizioni perché appartengono a convinzioni intime. Dopodiché, ho toccato da vicino il caso di Laura Santi: è importante fare una legge che vada in quella direzione, come ha sancito la Corte Costituzionale. Senza anatemi».
Cosa intende?
«Su certi temi non possono esserci discipline di partito, né indicazioni. Deve esserci totale libertà di coscienza, sessioni parlamentari davvero aperte e voti, come da regolamento, segreti. La ricerca del consenso, quando si affrontano certe questioni, non è la priorità».
In questi giorni, intanto, si parla di riorganizzazione dei cattolici. Qualcuno addirittura ipotizza un nuovo soggetto con a capo Ruffini…
«Non so bene le intenzioni di alcuni personaggi, tra cui Ruffini. Non sento semplicemente l`esigenza, anzi lo riterrei un grave errore, di un centro che nasca da forze che gravitano nell`area Pd. In questo partito devono convivere diverse sensibilità. Ho visto molto da vicino la nascita del Pd e posso dire che c`è un`ispirazione di fondo ancora valida: unire tutti i riformismi, quello laico, cattolico, di sinistra, repubblicano, radicale, ambientalista, il pensiero femminista. Unirle, non disperderle».
Se si guarda solo da una parte, non si rischia di abbandonare dei pezzi?
«Se il Pd perde solo una di queste sensibilità, s`impoverisce. Schlein ha fatto un ottimo lavoro di posizionamento sui temi sociali, dai quali eravamo percepiti come discostati negli ultimi anni. Allo stesso modo, per questo, occorre ora allargare l`orizzonte, il campo di azione. Mi riferisco alle imprese, ai temi relativi alla sicurezza. Un Pd più forte e aperto costruirà meglio una coalizione alternativa a questa destra».
In questi tempi si parla del ritorno di Veltroni…
«Walter, da anni, ha scelto una vita diversa. Libri, film, teatri, scuole. Insomma, fa cultura, memoria, parla di futuro. E quindi di Politica con la P maiuscola. Se lo invitano a un convegno non lo fa come dirigente o per entrare nel dibattito, ma per esprimere un`idea. Parlare di ritorno alla politica attiva non sta né in cielo né in terra”.
Altro personaggio tornato protagonista è Romano Prodi. Bisogna ascoltarlo?
«Ascoltare profili del calibro di Prodi o Veltroni in generale, non solo è un dovere, ma è utile, un qualcosa- a cui la sinistra non dovrebbe mai rinunciare».
Cambiando argomento, fa discutere la poca politicizzazione di Sanremo. Non le mancano i comizi all`Ariston?
«Edizione anestetizzata? Non sono d`accordo. Tanti cantanti e testi hanno rappresentato periferie sociali, disagi. Diversi i testi che mettevano al centro la vita, fatta di dolore e amore. La canzone di Cristicchi vale più di mille parole. Chi non ha avuto o ha un genitore come la sua mamma…».
Lo stesso Cristicchi, però, viene criticato dai compagni…
«Da sempre ho ammirato il suo coraggio, compreso quando, col suo “Magazzino 18 “, ci aiutò a comprendere meglio la tragedia delle foibe. Grazie anche per questo».
Altro aspetto che divide i progressisti è il conflitto in Medio Oriente. Sbagliato seguire qualche ultras filo-palestinese?
«Il Pd, da sempre, lavora per la pace. Siamo sempre stati per i “due popoli, due Stati”. Non bisogna confondere il governo Netanyahu, che a Gaza ha compiuto cose orrende, con il popolo di Israele. Dobbiamo essere sempre contrari a ogni forma di antisemitismo. Anche prima del 7 ottobre c`erano incendi di sinagoghe, chiari segnali di odio. Forze come Hamas, vogliono distruggere una comunità in quanto ebraica. Il Pd è contro ogni forma di antisemitismo».


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