“Ero in aula al Senato, per l’informativa sulla tragedia di Ischia e non ho potuto partecipare alla prima riunione del Comitato per la Costituente. Ho letto qualche ricostruzione e qualche sintesi di interventi. Mi sono parsi singolari per la loro approssimazione e superficialità circa il giudizio sul manifesto dei Valori del 2007. Era ed è quello uno dei punti di elaborazione più alti della sinistra democratica italiana, elaborato da personalità di altissimo livello e spessore delle culture e delle esperienze progressiste, socialiste, laiche e cattolico-democratiche, ambientaliste e femministe. Un manifesto di principi e valori che richiede anche profondi aggiornamenti di analisi e di proposte di programma, per i grandi cambiamenti globali che le società hanno conosciuto, ma che rimane valido – secondo me – nelle sue ispirazioni fondamentali. Tra queste, unire e contaminare positivamente giustizia sociale, eguaglianza, pari opportunità, diritti e società aperta, lavoro e impresa, transizione ambientale e digitale”. Lo afferma il senatore del Pd Walter Verini in un post su facebook. “Ho letto di giudizi liquidatori – prosegue – tipici di una vera e propria vocazione minoritaria. Per quanto mi riguarda, consiglio a tutti un approccio più laico, senza damnatio memoriae e pulsioni rottamatrici. E, naturalmente, senza nostalgie. Anche se confesso di nutrire ancora un po’ di nostalgia per quello spirito che caratterizzò la nascita del PD, le prime primarie del 14 ottobre, la campagna elettorale 2008, quel 33.4% e quegli oltre dodici milioni di persone che diedero fiducia al nuovo partito”.
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