“Questo Codice della ricostruzione, che noi non approviamo, è un pó un’occasione persa. Il suo iter è stato segnato pesantemente dal grave progetto dell’Autonomia differenziata e dall’assenza di chiarezza su due punti per noi fondamentali: celerità delle procedure e omogeneità delle norme su tutto il territorio nazionale. E’ un peccato perché all’inizio sembrava esserci la volontà per un percorso comune, ma poi come spesso capita anche quando è animata da buone intenzioni, la destra si è persa. I nostri emendamenti per irrobustire il testo sono stati respinti. Si è persa l’occasione per scrivere insieme un codice della ricostruzione più solido e più efficace”. Lo ha detto il senatore del Pd Walter Verini intervenendo in Aula in dichiarazione di voto.
“E’ un peccato – ha proseguito Verini – perché il Pd si è impegnato molto alla luce di quanto è avvenuto in Abruzzo, in Umbria, Nelle Marche, nel Lazio, in Emilia Romagna, sia nella passata legislatura con Stefania Pezzopane che nell’attuale con Chiara Braga e Michele Fina e ha presentato una propria proposta di nuovo Codice della ricostruzione, proprio per arrivare a un modello di intervento efficace e celere, in un territorio come quello italiano segnato in modo ripetuto da terremoti, alluvioni e altre calamità. Spesso anche causate da un uso colpevole del territorio. La maggioranza e il governo hanno invece respinto le nostre proposte, anche quella relativa all’automatismo per assegnare il ruolo di commissario alla ricostruzione al presidente di Regione, norma che ci avrebbe fatto risparmiare molti ritardi soprattutto in Emilia Romagna. Questo testo non tratta bene la ricostruzione e la tutela del territorio, non affronta la contemporaneità dell’emergenza e della ricostruzione, non riconosce il ruolo strategico degli enti locali perché non attribuisce loro le giuste risorse. Bene comunque avere un testo, ma avrebbe davvero essere stato più robusto ed efficace “


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