“Anche questo è un nuovo capitolo di
un attacco all’indipendenza della magistratura. Come è stato
denunciato anche da altri, in Aula e in Commissione, il rischio
è quello di poter penetrare nelle banche dati della magistratura
magari venendo a conoscenza anche di delicatissime indagini che
invece vanno tutelate per mille e un motivo”. Così il capogruppo
del Pd in Commissione Antimafia Walter Verini commenta la
notizia, denunciata anche da Ilaria Cucchi di Avs, della
possibilità che grazie ai due provvedimenti sulla cybersicurezza
(già legge) e sulla Sicurezza (all’esame del Senato) sia
possibile “spiare anche le Procure” durante la fase delle
indagini.
Verini spiega di non essere d’accordo
sul fatto che “apparati che, comunque, rispondono ai governi in
carica protempore, possano accedere così, per non meglio
precisate ragioni di sicurezza” ai data-base delle Procure.
Ragioni di sicurezza che “quando ci sono – osserva – vanno
concordate con la magistratura, le Procure e gli uffici
giudiziari”. “Insomma – dichiara il senatore del Pd – c’è una
separazione dei poteri in questo Paese. E ogni giorno questo
governo e questa maggioranza ne inventano una, tra attacchi
frontali, attacchi ai magistrati che giustamente interpretano le
leggi e quando le leggi violano le normative europee ricorrono
alla giustizia europea, come è giusto fare”. “Oppure –
sottolinea – gli attacchi avvengono cercando di minare,
attraverso il progetto di separazione delle carriere,
l’indipendenza della magistratura”.
“Questo del combinato disposto tra cybersicurezza e ddl
Sicurezza è un altro capitolo inquietante – afferma Verini – e
noi ci opporremo. Penso comunque che soprattutto su questi temi
ci sia bisogno che tra i soggetti preposti, come il Csm e l’Anm,
si concertino le modalità perché la sicurezza del Paese sia
garantita, ma al contempo sia tutelata anche la sicurezza e
l’inviolabilità delle indagini”.


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