«Donzelli? Un personaggio inquietante col senso dello Stato sotto zero». Il senatore dem Walter Verini, che con Orlando e Serracchiani ha visitato Cospito a Sassari, si precipita alla Camera appena gli riferiscono le parole di Donzelli. Sono le 11.30, e da quel momento condivide coi suoi colleghi «lo sdegno per le affermazioni ignobili di questo personaggio».

Come “il manganello dei fascisti” le ha definite lei.

«Dove ha sentito o letto le parole che riferisce? Chi gliele ha raccontate? A quali documenti che si trovano al ministero della Giustizia o altrove fa riferimento? Sono documenti pubblici o riservati? Sono state compiute violazioni? Tocca al ministro Nordio chiarirlo subito».

Ora Delmastro ammette di aver dato lui le notizie a Donzelli

«Tutto questo è gravissimo. Siamo a un uso privato delle istituzioni. E forse qualcosa di più. E se sono riservate, perché Donzelli le ha divulgate?».

Il sottosegretario, che ha proprio la delega alle carceri, ha sposato la
linea durissima contro Cospito.

«Le loro sono posizioni molto simili, ma si tratta di una linea solo apparentemente durissima: questi signori hanno pensato di indebolire le intercettazioni, e sembrano considerare un optional la lotta alla corruzione».

È lecito usare a fini politici informazioni riservate?

«Seguo la giustizia e visito le carceri, e non mi è mai capitato di chiedere o ottenere tabulati di conversazioni tra detenuti al 41bis. Evidentemente in possesso del Dap e del ministero».

Fdl è il partito più duro contro Cospito che voi siete andati a trovarlo. Lui vi attacca per questo.

«Noi abbiamo letto un appello di personalità che intervenivano su un detenuto che rischiava e rischia di morire. Siamo andati a verificarne le condizioni, perché non può esistere che una persona affidata allo Stato possa morire».

Donzelli insinua che Cospito “lavori” con esponenti di camorra e `ndrangheta. Voi lo sapevate?

«Abbiamo preso atto di uno sciopero della fame di un detenuto contro il 41bis, misura che per noi deve rimanere per gli stessi fini per cui nacque, evitare il contatto dei mafiosi e dei terroristi con l’esterno. E contro mafiosi e terroristi si devono unire le forze, non dividerle, a meno che non si faccia finta di combatterle».

Donzelli insinua che il Pd strizza l’occhio alla mafia?

«È inaccettabile aver offeso il nostro Dna. Tra i nostri riferimenti ci sono Piersanti Mattarella, Pio Latorre. Tra i nostri parlamentari abbiamo avuto Sabina, la figlia di Guido Rossa, Giovanni, il figlio di Vittorio Bachelet, Olga D’Antona, Paolo Bolognesi, Alfredo Bazoli. Quali sono i riferimenti antimafia e antiterrorismo di questo signore e di qualche suo alleato? Lui non delegittima il Pd, ma la lotta alle mafie».

Donzelli è anche il coordinatore di Fdl, prima di muovere queste accuse le avrà concordate con Meloni, non crede?

«Sarebbe un aggravante. Ci aspettiamo le scuse e la presa di distanza di Meloni. Registro positivamente che tutte le forze d`opposizione ci hanno espresso solidarietà e che nella maggioranza pressoché nessuno tranne FdI abbia difeso Donzelli».


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