“Siamo ad un passaggio drammatico della nostra storia repubblicana. Mai si era visto uno scambio politico-elettorale arrivare a mettere in discussione la nostra Costituzione. La riforma del Premierato non nasce per affrontare i problemi della nostra democrazia ma per consolidare una visione dei sistemi di GOVERNO schiacciata sulle leadership, con il rischio di produrre danni ancora peggiori in termini di partecipazione dei cittadini alle scelte politiche”. Lo afferma la senatrice del PD Ylenia Zambito, intervenendo in Aula sulla riforma costituzionale per l’elezione diretta del premier. “Una riforma – sottolinea Zambito – ispirata esclusivamente a una concezione della politica propria della destra, che in questi ultimi anni ha tentato piu’ volte, con diverse alleanze politiche, di modificare se non sovvertire le fondamenta del nostro sistema democratico. Il premierato in versione MELONI svuota il ruolo e le prerogative del Presidente della Repubblica e annulla la centralita’ del Parlamento quale sede della rappresentanza democratica del popolo. L’elezione diretta del presidente del Consiglio, come sostengono autorevoli commentatori, ‘prosciuga’ la figura, le funzioni e l’autorevolezza del Presidente della Repubblica, elementi essenziali nel nostro sistema per garantire l’equilibrio e la tenuta del sistema costituzionale e per l’unita’ del Paese”. “Una riforma – prosegue la parlamentare dem – che asseconda il desiderio peggiore: quello di comandare e non di governare, negando i principi con cui si esercitano i poteri democratici. La destra sta tentando di farlo gia’ adesso, con l’aumento della forbice tra poveri e benestanti, annullando la maggior parte delle garanzie per le classi svantaggiate, con la riduzione dei diritti dei lavoratori, con la scelta disumana di favorire la sanita’ privata affossando quella pubblica, gratuita e universalistica, con la negazione del diritto all’aborto, con i manganelli contro chi dissente, come avvenuto a Pisa, con le compressioni della liberta’ di stampa invocate per legge e con l’appropriarsi del servizio pubblico televisivo, con la sottomissione del potere giudiziario a quello politico, a partire dalla separazione delle carriere”. “Comandare e non governare, sottraendo spazio a quella cultura del dialogo che ha segnato positivamente il nostro sistema istituzionale dal dopoguerra ad oggi. Continueremo a contrastare questa riforma scellerata, con gli strumenti della democrazia e della Costituzione che restano il nostro riferimento e i nostri valori non negoziabili”, conclude Zambito.
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