“Con questo provvedimento l’Italia non solo non fa alcun passo avanti sul tema della povertà e del lavoro, ma anzi ne fa più di qualcuno indietro. Avevamo una grande occasione: recuperare il gap sulle politiche attive del lavoro e migliorare le inefficienze sulle misure di reddito minimo. Avete deciso di non fare né l’una né l’altra. Avete deciso di alimentare una guerra tra poveri e meno poveri. Ne pagheranno le conseguenze tante famiglie italiane e tanti cittadini che si sentiranno nuovamente abbandonati dallo Stato”. Così la senatrice del Pd Ylenia Zambito, segretaria dell Commissione Affari sociali, lavoro e sanità, nel suo intervento in aula a Palazzo Madama sul dl lavoro.
“Questo decreto non è all’altezza di un concetto così sacro e importante che è espresso dalla parola ‘lavoro’ Purtroppo abbiamo registrato una chiusura rispetto alle nostre proposte emendative, in particolare – sottolinea la parlamentare democratica – mi riferisco alla bocciatura del nostro emendamento che voleva ripristinare la natura universalistica del Reddito di cittadinanza, poiché non si è poveri a seconda dell’età ma delle condizioni economiche e sociali. E questo a nostro avviso è inconcepibile. I dati dell’ANPAL che dicono che solo il 3% dei percettori di reddito di cittadinanza sono realmente occupabili, e dunque i percettori di reddito non sono tutti dei fannulloni come avete raccontato al Paese. Ciò che serviva era migliorare e potenziare la presa in carico del percettore di reddito in un percorso di ricollocamento o di inserimento al mercato del lavoro. Su quest’ultimo aspetto avremmo potuto lavorare insieme per ovviare ai problemi e ai limiti che sono emersi”.
“Ci distingue una netta diversità di visione del mondo e del mercato del lavoro. Penso al tema dei salari, su cui servirebbe un investimento forte. In un momento di forte inflazione, in cui i tassi logorano il potere d’acquisto di lavoratori e famiglie, ma dal Governo non arriva alcuna risposta. Penso al tema della denatalità tanto sbandierata in campagna elettorale, di cui il decreto non si occupa come dovrebbe”. “Insomma – sottolinea Zambito – non si comprende in quale modo e con quale stratagemma le politiche attive del lavoro, che sono state il pezzo mancante delle riforme finora attuate, dovrebbero e potrebbero funzionare con queste misure inadeguate e inconsistenti”


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