“Per evitare una debacle elettorale l’ex primo ministro conservatore Sunak si era aggrappato alla questione migratoria e messo in discussione la Corte europea dei diritti che gli aveva impedito di attuare il suo piano di espulsioni. Sappiamo come è finita. Oggi torna quello spirito nella lettera dei nove paesi che hanno attaccato la stessa Corte accusandola di impedire l’esercizio del loro potere”. Lo ha detto la senatrice del Pd Sandra Zampa, vicepresidente della delegazione italiana, intervenendo nel dibattito in Consiglio d’Europa sul ruolo della Corte Europea dei diritti dell’uomo, riferendosi alla lettera che nove paesi Ue – Italia, Danimarca, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia – hanno rivolto alla Commissione europea sul ruolo della Cedu. “La lettera – ha proseguito Zampa – mette in discussione i diritti umani e attacca di fatto la separazione dei poteri. Non si può suggerire che la protezione dei diritti umani debba essere subordinata ad altro. L’Europa si è impegnata a riconoscere che i diritti fondamentali non sono concessioni discrezionali bensì garanzie imprescindibili da rispettare sempre. Spesso accade che per scardinare i diritti si parta da casi limite come sostanzialmente hanno fatto i nove firmatari. E la separazione dei poteri resta la salvaguardia essenziale per la sopravvivenza della democrazia, come lo stesso segretario generale del Coe Berset ha ricordato quando, commentando l’iniziativa dei nove, ha sottolineato che in una società governata dallo Stato di diritto nessun organo giudiziario dovrebbe subire pressioni politiche e che le istituzioni che proteggono i diritti fondamentali non possono piegarsi ai cicli politici. Conforta che la lettera sia stata sottoscritta in Europa da nove paesi su 27 e da nove su 46 paesi membri del consiglio d’Europa, ma occorre tenere alta l’attenzione sull’ennesimo tentativo di messa in discussione dell’Europa e delle sue istituzioni”.
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