“Credo che la cosa più grave sia proprio il silenzio che copre un
dramma gigantesco: abbiamo ascoltato la voce di Alessandra Schiavo, che adesso alla
Farnesina si occupa dell’Asia e che è stata ambasciatrice per molti anni in Myanmar,
la quale ha snocciolato numeri, dati che ci confermano che il Myanmar è in testa alla
più tragica delle classifiche, ovvero povertà, assenza di ogni forma di sostegno ai
più fragili e che il livello della violenza in questo Paese è diventato
intollerabile”. Così Sandra Zampa, senatrice Pd e presidente del Gruppo di amicizia
interparlamentare Italia-Birmania, che ha promosso in Senato un incontro dedicato
alla Birmania. “Pochi giorni fa – aggiunge – è stata bombardata una scuola e sono
stati uccisi tanti bambini, il numero delle vittime civili è enorme, i prigionieri
politici sono in numero gigantesco, e tra questi ci sono il presidente del Myanmar
Win Myint, e soprattutto è noto il caso di Aung San Suu Kyi, il simbolo di quella
rivoluzione che aveva restituito al Paese la democrazia, avviando una transizione
verso la crescita economica, la costruzione di un sistema scolastico, sociale,
sanitario. Una rivoluzione interrotta da un colpo di stato di un regime militare, che
all’indomani delle seconde elezioni vinte di nuovo dalla Lega per la democrazia di
Aung San Suu Kyi e altre forze democratiche, ha interrotto questo percorso temendo di
non riuscire più a riprendere il potere. Da allora le cose sono tragicamente
peggiorate, aggravate da un terremoto devastante nel febbraio scorso”. “Bisogna –
ribadisce la senatrice – che davvero ci spendiamo affinché Aung San Suu Kyi, che
compirà tra breve 80 anni, non finisca i suoi giorni in carcere, perché i detenuti
politici siano liberati, perché cessi questa violenza inaudita, e bisogna far sentire
al popolo birmano che combatte ogni giorno per la libertà e la democrazia che noi gli
siamo vicini. Quando parliamo dei valori dell’Occidente e dell’Europa, mi piacerebbe
che gli dessimo un senso e anche una credibilità, accompagnando la lotta per la
libertà e la democrazia che viene fatta altrove, fosse anche nel Paese più lontano da
noi” conclude Zampa.