Sandra Zampa, senatrice Pd, vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d`Europa. Cosa pensa della lettera inviata al presidente del Senato La Russa dal commissario per i diritti umani, Michael O`Flaherty, a proposito dei rischi di violazione dei diritti umani prodotti dal ddl sicurezza?
Si tratta di una procedura rara, che però rientra nella missione del Consiglio: monitorare il rispetto dei diritti umani nei paesi aderenti, e l`Italia è uno dei fondatori. Se anche si trattasse di una lettera «irrituale», come la definisce la destra, e io non lo penso, questo ne aumenterebbe il peso specifico: perché segnala una grande preoccupazione del Consiglio sui rischi per il nostro stato di diritto. Rischi che segnaliamo da tempo, e che sono stati descritti con grande precisione nel documento scritto da alcuni giuristi, tra cui Jeremy McBride e Monckton Chambers, per conto dell`Ocse: si parla di pene sproporzionate, eccessiva vaghezza nella definizione dei reati, di norme che colpiscono l`esercizio della libertà di espressione.
La Russa parla di «inaccettabile ingerenza» sul parlamento italiano.
Non la considero affatto un`ingerenza. È giusto che un problema di questo tipo venga segnalato prima che quelle norme diventino motivo di una censura per l`Italia. Questo è il mestiere del Consiglio d`Europa, non capisco di cosa si stupiscano. Semmai vedo una grande incoerenza del presidente del Senato: da lui non è mai arrivata una parola quando Elon Musk, o Orban, sono intervenuti con parole pesanti contro i magistrati italiani. Quelle sono vere ingerenze, lui però preferisce usare due pesi e due misure. E, in ogni caso, i senatori hanno appreso della lettera di O`Flaherty dalle agenzie di stampa. Lui avrebbe potuto convocare i capigruppo, o inoltrarci la lettera con una sua nota di accompagnamento: di certo non è stato rispettoso dei senatori di cui dice di voler tutelare l`indipendenza.
Gasparri ha definito O`Flaherty un «ignoto figuro». E anche La Russa dice di ignorare chi sia.
Diciamo che il commissario è ignoto a chi ignora. È stato eletto prima dell`estate, con i voti di un vasto fronte bipartisan, compresi i popolari di cui fa parte Gasparri: si tratta di un giurista di grande rigore, indipendente. È stato votato a sorpresa, non era nei pronostici, proprio per queste caratteristiche. Chi ricopre alte cariche istituzionali dovrebbe informarsi meglio. Forse spaventa la fermezza dei concetti che esprime, pur nella pacatezza dei toni. Ma dalla seconda carica dello Stato si pretende maggior rispetto per chi la pensa diversamente.
Negli ultimi mesi il Consiglio e altri organismi ad esso legati, Ecri e Cpt, hanno denunciato atti di «profilazione razziale» da parte della polizia italiana e le condizioni nei Cpr. C`è un accanimento verso il governo di destra?
Ma quale accanimento. Il rapporto Ecri è periodico, e viene fatto per tutti i paesi: quello sull`Italia è stato travisato e stravolto dalle polemiche politiche: non è mai stato scritto che la polizia sia razzista, si segnalava il rischio di una sproporzione nei controlli su cittadini rom o di pelle nera e l`esigenza di istituire, anche da noi, un`autorità indipendente per i diritti umani. C`era anche un preciso invito a evitare discorsi razzisti nelle campagne elettorali, dopo il caso Vannacci-Egonu. Il rapporto era stato inviato al governo per osservazioni: avrebbe dovuto essere letto con più attenzione e umiltà.
E la denuncia sui Cpr?
Conferma quello che tutti i parlamentari che li hanno visitati avevano denunciato, in particolare nel caso di Milano: si tratta di lager, non di centri per il rimpatrio. Io stessa ho fatto parte di una delegazione che ha visitato i centri di Calais: abbiamo scritto un rapporto molto duro, ma il governo francese non ha lanciato anatemi.