«Ho deciso che sosterrò Stefano Bonaccini per la segreteria Pd. Mi ritrovo nella sua idea di un partito riformista che parli a tutto il Paese e che si misuri sulle scelte di governo». La senatrice prodiana Sandra Zampa dice no al cambio del nome («Capisco la nobiltà della parola “lavoro”, ma sono affezionata al nome Pd») e alza la mano per il governatore. No. spiega, «a un partito di opposizione, che parli solo a una parte del Paese». E no, aggiunge, a un partito «che subisca le scelte di altri, ad esempio del M5S».

Zampa, il Pd continua a calare nei sondaggi. Qual è il suo giudizio sulla situazione?

«Paghiamo il prezzo di scelte di mediazione e a ribasso. Scelte che abbiamo fatto e subìto per restare al governo o in nome di un senso di responsabilità che però deve avere dei limiti. Penso ad esempio al sì al taglio dei parlamentari, che fu accettato dal Pd a condizione di accompagnarlo a una nuova legge elettorale che poi non siamo riusciti a fare».

E Bonaccini può risolvere questa situazione?

«Ho seguito sia la fase costituente che quella congressuale, e ho trovato la sua proposta convincente. Ad esempio condivido molto il suo appello a una opposizione comune per difendere il sistema sanitario pubblico, sotto attacco da parte di questo governo, come si vede dalla bozza di autonomia di Calderoli, che spinge molto sulla sanità integrativa. Sul tema del correntismo, Bonaccini si è sudato metro per metro le sue posizioni del partito. Nessuno gli ha mai regalato nulla, e per questo è più libero di tanti altri. Ma soprattutto mi convince l`idea di Bonaccini di misurarsi sulla capacità di governo e di costruire un partito riformista che sia perno del centrosinistra».

Elly Schlein non ha questo obiettivo?

«Diciamo che temo che sia un errore continuare a ripetere, come fa il coordinatore della campagna di Schlein Francesco Boccia, che il M5S è il nostro alleato naturale. Le alleanze vengono dopo e non sono affatto scontate. Anzi, attualmente il M5S in Parlamento è molto aggressivo nei nostri confronti. Non votano nulla che noi proponiamo».

Teme che la vittoria di Schlein possa provocare una scissione delle due anime che fondarono il Pd?

«No, non temo scissioni. Non c`è dubbio però che da quella parte si siano riuniti molti di coloro che si sono proposti di rappresentare solo una delle due “anime” originarie. Inoltre non credo che serva molto questa invocazione continua della parola sinistra. Il Pd non è nato come partito di opposizione che parla solo a una parte del Paese. Sono per una idea meno escludente e più inclusiva di partito. Per questo dico anche che comunque vada è fondamentale che si lavori tutti insieme, subito dopo le primarie, per ricostruire una proposta comune».

Lei dice che l`alleanza con il M5S non è scontata. È stato un errore da parte del comitato Bonaccini far salire Giarrusso sul palco a Milano?

«Sì, un errore fatto per superficialità. Primo, perché secondo le nostre regole Giarrusso non può iscriversi. E poi perché prima deve scusarsi di tante cose dette in passato».

Se non la convince l`alleanza col M5S, lei guarderebbe a un patto col Terzo Polo?

«Io credo non si debba parlare di alleanze. Si parte da chi siamo noi. Solo sapendo chi siamo sapremo dove vogliamo andare e cosa vogliamo fare. Poi le alleanze si costruiscono sui contenuti, come ha fatto tante volte Romano Prodi».


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