“Non conoscono la legge e parlano a
casaccio, la buttano in politica facendo il peggiore dei servizi in
una situazione del genere”. Sandra Zampa, parlamentare Pd, è stata la
promotrice del ddl che dal 2017 garantisce la protezione e
l’accoglienza nel nostro Paese dei minori stranieri non accompagnati.
Ieri, a fronte del boom di arrivi e delle proteste dei sindaci, fonti
del Viminale hanno messo sul banco degli imputati proprio la legge
Zampa ‘colpevole’ di aver affidato ai Comuni l’accoglienza degli under
18 e limitato la possibilità di accertare la reale età dei ragazzi.
“Non è vero niente, anzi è il contrario”, la replica della senatrice
dem interpellata dall’Adnkronos.
“Chi parla oggi dovrebbe andare a vedere quale era la situazione prima
della nostra legge: minori lasciati allo sbando, in comunità senza
alcun controllo alla mercè di criminalità, prostituzione minorile,
sfruttamento. Con la nostra legge abbiamo tutelato i minori e la
società con l’obiettivo di integrare questi ragazzi”. Quanto alla
questione dell’accertamento dell’età, “intanto non è in capo ai Comuni
ma al ministero” ed inoltre, spiega la senatrice Pd, è stata creata
una procedura uniforme a livello nazionale che prima non esisteva,
sono stati introdotti standard omogenei e l’identificazione con la
presenza di un mediatore culturale. “Si fanno colloqui, visite
mediche… il margine di errore può sempre esserci, ma è del tutto
irrisorio”.
“Ai sindaci vanno trasferite risorse per l’accoglienza e la creazione
di nuove strutture. Con la nostra legge abbiamo istituito un fondo ad
hoc, che tuttora esiste. Prima gravava tutto sul bilancio dei Comuni.
Non a caso anche la Lega sostenne la legge sotto la pressione dei suoi
amministratori”. Piuttosto il Viminale “dovrebbe occuparsi di
stringere un accordo con l’Anci per l’attuazione degli affidi
familiari che è una parte della legge che non è decollata. Vanno
chiusi accordi in cui si prevede un rimborso spese per la famiglia
affidataria che è una possibilità che la legge offre oltre a quella
della nomina del tutore volontario. Invece di buttarla in politica, si
sedessero attorno a un tavolo, si leggessero bene una legge che può
essere sempre migliorata, ma che ha un bilancio più che positivo”.
(Mon/Adnkronos)