Adesso prepariamoci a una raffica di ricorsi, il caos sarà inevitabile». Sandra Zampa è la parlamentare che ha dato il nome alla legge sui minori non accompagnati in Italia, approvata dopo i fatti su cui si è pronunciata ieri la Corte dei diritti umani di Strasburgo. Da mesi, il suo testo è oggetto di attacchi da parte dell`attuale governo, che ne sta ridiscutendo gli aspetti cruciali, cambiando le regole sulle modalità di permanenza nei centri di primissima accoglienza, sui tempi di attesa nelle strutture, financo sull`età da accertare degli stessi ander 18 stranieri. «La sentenza della Corte dice che non si possono tenere dei ragazzi in stato di reclusione, come invece è avvenuto e avverrà sempre di più, viste le novità introdotte dall`esecutivo di Giorgia Meloni. Aggiungo un particolare: arriveranno condanne anche per la situazione di promiscuità in cui i minori saranno costretti a stare, insieme ai migranti adulti» dice Zampa, oggi capogruppo Pd nella Commissione Affari sociali per la sanità.
Il governo ha spiegato il suo giro di vite con l`allarme per i minori stranieri non accompagnati arrivati nelle città.
E’ un approccio sbagliato, nel merito e nel metodo. Le modifiche legislative violano la Convenzione Onu sui diritti dell`infanzia, come ha già ben sottolineato la Garante.
La maggioranza di centrodestra cerca di adeguare la realtà alle inefficienze della pubblica amministrazione, lasciando il problema irrisolto, anzi moltiplicandolo. L`obiettivo è mandare in strada migliaia di minori, per tenere alta l`emergenza sociale.
I numeri del Viminale al 27 novembre scorso parlano di oltre 17mila minori stranieri non accompagnati sbarcati, contro i poco più di 14mila di tutto il 2022. Per i sindaci delle grandi città è un fenomeno di portata enorme, che non viene gestito.
Neppure su questo sono d`accordo. Anche nel 2017 arrivarono lo stesso numero di minori soli e non ci stracciammo le vesti. Anzi, mi chiedo: possiamo andare in crisi per questi numeri? Possibile che non si riescano a distribuire minori su più territori, a partire dalle province? La nostra legge nasceva proprio dalla lettura di quei dati: i minori soli arrivavano e dove finivano? Dall`allarme per la loro scomparsa, abbiamo ricostruito il filo degli interventi necessari da fare.
Quali erano?
Lo studio antropologico e lo sguardo sulla realtà ci hanno spiegato che questi giovanissimi non arrivano in Italia per starsene sdraiati in strutture come gli hotspot, in attesa di un piatto di minestra. Arrivano perché cercano lavoro oppure perché sono di passaggio, verso altri Paesi. Allora, scomparivano nei “non luoghi`: Noi abbiamo voluto procedere con la loro identificazione, l`accertamento dell`età solo nel caso di “dubbio fondato`; con autorizzazione della magistratura. Le radiografie tirate in ballo dal governo adesso non servono a nulla e hanno un margine d`errore gigantesco. Poi serve la costruzione di un progetto.
Parla dell`accoglienza diffusa nel sistema Sai, quello dei Comuni più piccoli?
Sono necessari centri di prima accoglienza in tutte le regioni d`Italia, altro che i Cpr. Poi bisogna finanziare il sistema Sai, garantendo i po sti letto che chiedono tutti i sindaci. La previsione, sul lungo periodo, deve essere quella di rinnovo del permesso di soggiorno, che è un primo segnale di integrazione. Oggi invece si mettono insieme minori e adulti, si tengono tutti negli hotspot per tempi sempre più lunghi, come ha chiesto e ottenuto in Parlamento la maggioranza di governo, infine si dà loro il foglio di via. Così o restano come irregolari o te li trovi nei carceri minorili, dove vengono a costare cinque volte tanto rispetto ai percorsi ufficiali dell`ospitalità.
La condanna dei giudici di Strasburgo però non può farci dimenticare che l`Europa non sta facendo nulla per aiutare i Paesi membri in politiche migratorie all`altezza della sua storia.
E’ vero, l`Europa è in forte difficoltà perché non sta affrontando con lungimiranza questo tema. Non si fa la riffirma di Dublino, manca il coraggio di affrontare in modo innovativo il diritto d`asilo. Anche il messaggio del Papa è stato dimenticato dalle istituzioni del Vecchio continente.


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