“Denunciamo da tempo che le risorse destinate dalla manovra di bilancio alla sanità avrebbero messo in discussione la tenuta del servizio sanitario nazionale. Oggi purtroppo arriva dall’Ufficio parlamentare di bilancio, la conferma dei nostri timori. Per il 2024 le risorse destinate non arrivano a coprire integralmente le spese, anche tenendo conto dei potenziali livelli di spesa farmaceutica, dell’applicazione dei nuovi lea (con i connessi aumenti su tariffe di prestazioni specialistiche e assistenza protesica) e del contenzioso delle imprese sul pay-back”. Lo dichiara la sen. Sandra Zampa, capogruppo Pd in commissione Sanità.
“Lo stesso ufficio, che non può certamente essere accusato di parzialità – aggiunge – indica altri elementi di crisi del servizio sanitario che vanno dalle carenze di personale all’impatto dei prezzi dei beni energetici sul settore sanitario. Confermato ancora dagli esperti tecnici parlamentari che le risorse stanziate sono sufficienti a mantenere solo l’incidenza della spesa sul Pil al livello pre-pandemico (6,4% del Pil nel 2019) e che il servizio sanitario nazionale, pur presentando una spesa contenuta in termini pro-capite e in rapporto al Pil e buoni indicatori di salute, appariva già allora sottoposto a tensioni”.
“Eppure – prosegue – non più tardi della settimana scorsa abbiamo ascoltato nell’aula del Senato il sottosegretario Gemmato affermare, tra gli applausi della maggioranza, che mai nessun governo ha stanziato tanto per la sanità. Affermazioni false che si accompagnano al silenzio del ministro Schillaci impegnato a sua volta a nascondere una verità che purtroppo gli italiani stanno già verificando sulla propria pelle. La situazione peggiorerà nel 2024 e non basterà al ministro Schillaci o al sottosegretario Gemmato continuare a negare”.
“A entrambi – conclude Zampa – suggerirei di chiedere un confronto con la presidente del Consiglio e con il ministro Giorgetti per pretendere che la salute degli italiani conti ancora qualcosa. Se non sapranno fare in modo che la manovra venga corretta farebbero bene a lasciare l’incarico anche solo come segno di rispetto per un paese che li ha ascoltati promettere e rassicurare. Perché delle due l’una: o hanno mentito o ci hanno creduto e sono dunque i primi a doversi dichiarare come noi delusi e preoccupati”.