Una vicenda squallida. Secondo Sandra Zampa, senatrice Pd, ex sottosegretaria alla Salute nel Conte II con il ministro Roberto Speranza, la rimozione «affrettata» del direttore generale dell`Agenzia italiana del farmaco Nicola Magrini «dice molto della bramosia di occupare le poltrone che ha questo governo».

Non era certo inaspettato. La carica è fra quelle soggette allo spoils system: chi vince le elezioni decide i vertici.

«Mi colpiscono soprattutto i modi. Si sono precipitati a esonerarlo senza nemmeno aspettare la scadenza naturale dell`incarico a fine gennaio, come se non si fosse davanti a un professionista di alto profilo. Del resto, da quanto mi risulta, lo spoils system è stato applicato in maniera radicale a tutti i livelli anche all`interno del
ministero della Salute: molti professionisti sono stati subito allontanati. Persino chi lavorava lì da anni».

C`è chi considera Magrini vicino al centrosinistra. Anche la vostra, a marzo 2020, è stata una nomina politica?

«Il direttore generale è stato scelto dal ministro Roberto Speranza perché il suo curriculum era di indiscutibile qualità professionale. In quel momento veniva da esperienze all`estero. Ero sottosegretaria quando è stato nominato e posso dire di non aver mai sentito associare il suo arrivo a ragioni di appartenenza politica. La selezione ha seguito un iter amministrativo che avrebbe permesso ricorsi, che non ci sono stati perché nessuna aveva qualcosa da ridire sulle sue competenze. La priorità non era guardare a destra o sinistra. Faccio notare che il presidente uscente di Aifa, a sua volta in carica dal 2020, è Giorgio Palù, considerato politicamente all`opposto rispetto all`esecutivo di cui facevo parte».

Nella fretta di sostituire Magrini ha influito la necessità di marcare la discontinuità con la gestione della pandemia e dei vaccini?

«L`Aifa si è sempre pronunciata dopo il via libera dell`Ema, l`Agenzia europea per i medicinali. Non c`entra nulla con l`appartenenza politica. Certo può darsi che Magrini sia stato visto come legato al ministro Speranza anche solo in ragione della nomina».

Eppure insisto: il cambio di dirigenza è previsto dalle legge. Nei primi 90 giorni dalla fiducia, quindi entro il 24 gennaio, l`esecutivo ha il diritto di nominare i funzionari. Forse il problema è proprio lo spoils system?

«Dipende. Mi sembra comprensibile che una parte politica voglia ai vertici degli istituti figure di fiducia anche sulla base di una certa affinità politica. Per esempio, è normale che un ministro scelga con questo criterio il proprio capo di gabinetto. Ma che senso ha per i tecnici come il direttore generale dell`Agenzia del farmaco? Si finisce per mettere in discussione anche il funzionamento degli enti».

Cosa pensa della riforma di Aifa?

«Non ha nemmeno la dignità di essere chiamata così. Si è mai vista una riforma in un emendamento, peraltro nel decreto Calabria che niente aveva a che fare con il tema? La necessità di cambiamenti nell`organizzazione di Aifa c`è, ma non così. La decisione di abolire il direttore generale e accentrare i poteri nelle mani del presidente renderà l`Agenzia di controllo ancor più dipendente dalla politica».

Anche il commissario per la ricostruzione post terremoto Giovanni Legnini non è stato riconfermato.

«Sono davvero molto stupita perché il suo lavoro è sempre stato giudicato positivamente anche dai presidenti di Regione di centrodestra. Mi sembra la conferma di una gestione delle nomine poco rispettosa della cosa pubblica».


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