Un conto è informare, un altro è comunicare: se informi, sono notizie e parli per un altro; se comunichi, sono valori e parli con un altro. Che cosa ne deriva? Non si esce mai del tutto indenni da un dialogo, perché dialogare significa darsi la parola su ciò che interessa entrambi, cioè su quanto si è convenuto di voler capire non ‘uno alla volta’, ma per accettare che l`altro sia sempre, in ogni luogo e momento, uno di noi. Tutti in grado, cioè, di contribuire all`ut unum sint. È la metafora di Chiara Lubich sui fiori di un giardino: Dio è sì in un fiore alla volta, ma proprio per questo è tutto il giardino. Cito un passaggio di quel testo esempla- re: «I fedeli che tendono alla perfezione cercano, in genere, di unirsi a Dio presente nel loro cuore. Essi stanno come in un grande giardino fiorito e guardano e ammirano un solo fiore. Lo guardano con amore nei particolari, ma non osservano gli altri fiori…». Volgiti dunque al giardino, sembra dire, nel quale sei anche tu, sono anch`io, siamo tutti. Comunicazione, vuole dire Chiara, è la capacità di effondere la parola negli altri perché ne nascano altre; finché ognuno, e insieme, ci si senta destinatari, e responsabili, di quel dono: la condivisione. Spezzare il pane e poi, a te, a te, fare una ‘mensa’, una comunità.

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