Aveva un’idea della moderinità suggestiva, voleva avvicinare mondi lontani e conoscere chi stava dall’altra parte
«Ho iniziato ad aver dimestichezza con Ersilio Tonini alla fine degli anni Sessanta. Io vivevo nella mia Ravenna, lui operava da sacerdote in una campagna non lontana. Era un ottimo parlatore e nel suo sentire religioso così forte era sinceramente uno spirito laico. Passava per conservatore di ferro, ma era una persona aperta agli altri. Disincantata e libera».
Sergio Zavoli, 90 anni, giornalista decano e senatore più anziano in carica, ricorda con nitidezza l`amico Tonini, che lui contribuì a far diventare popolare attraverso la Rai. «Sono cittadino onorario di Rimini e il sacerdote Tonini fu mandato a Rimini per una funzione supplente di vescovo. La nostra amicizia nacque in quella città dove, tra l`altro, ebbe un enorme successo».
Qual era il segreto della sua popolarità?
 «Aveva un`idea della modernità suggestiva, pensava che con la parola si potessero avvicinare mondi lontani. Credeva nella primazia del bene, mavoleva conoscere chi stava dall` altra parte. Chi non aveva fede, chi in Italia si era fatto brigatista».
Fu Tonini a portare, nel 78, Karol Wojtyla in Romagna.
«E nel primo giorno della sua visita, mettendosi una mano davanti alla bocca come oggi fanno i calciatori, il Papa intonò la prima strofa di ‘Romagna mia’. Il pontefice voleva farci sapere, l`avevamo ascoltato in molti, che era entrato nello spirito di quel posto così lontano dal Vaticano. Merito anche di Tonini».
 Poi, quando fu fatto cardinale, nel novembre 1994…
«Tonini portò me, il suo grande amico Enzo Biagi, il direttore dell`Avven ire Dino Boffo a trovare il Papa. Non volle Federico Fellini, temeva che qualcuno pensasse che per lui fosse motivo di vanto mostrare un`amicizia di quel livello. O, forse, pesò il giudizio negativo dei suoi genitori, contadini piacentini molto pii, sulla Dolce Vita. Quel giorno fu Tonini a dire a Wojtyla: ‘Con loro ho fatto alcune cose in tv’. E il Papa, rivolgendosi a Biagi: ‘Me ne hanno parlato, speriamo abbiate trattato bene Mosè’».

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