La Tv sta aggiornandosi su come interpretare una comunicazione j divenuta via via più complessa, plurale e responsabile; il consenso dovrà essere autenticato dalle scelte dei palinsesti – soprattutto competenze, argomenti e linguaggi – che volgano a una lettura più approfondita della realtà governando l`accesso ai ruoli, rinunciando al privilegio dello spoilsystem, promuovendo scenari variamente culturali e favorendo incontri tra ‘scienza e umanesimo’, perché la loro distanza sta languendo; perseguendo la responsabilità di un`informazione pronta a integrarsi in un insieme organicamente concepito, che comprenda per esempio una più moderna immagine della donna. Perché infine si riconosca nel nuovo per accrescere le qualità della tradizione, debitamente nutrita dai primati dello share, ma senza l`abuso di quel porto franco, cito a caso, dove tra giochi con gli scatoloni, i bambini tenori, il volteggiare di padelle, e per un altro verso le cronache del dolore che indulgono allo spettacolo: cioè dandosi un`altra tonalità; nondirado, oggi, di facile, condiscendente natura. Occorrerà credere, insomma, che avremmo ancora qualcosa da dire anche quando sembrasse di non avere più nulla da mostrare. Una grande TV, com`è la Rai, risparmi ogni tanto il suo innocente e stressato cavallo. Lo sollevi e ne faccia l`immagine – non si pretende che subito sgroppi – della novità già annunciata. E benvenuta.

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