Mentre mettevo mano a questi appunti pensavo a Morin e ai ‘circondati dal mistero’. Un problema che conosco: aprirsi un varco. Con la fede tutto sarebbe risolto, non avremmo più bisogno di sapere se Dio c`è, né gli chiederei di raddrizzare tutto ciò che è storto: semmai di capire, nel profondo, la ragione che mi spinge a tener conto di lui nella mia esistenza. Una volta, in Senato, vedendomi scorrere il dattiloscritto di un libro, e correggerne un rigo, Rita Levi Montalcini – avendo colto nello scritto la parola Dio – mi domandò se fossi credente; poi, quasi volesse discolparsi della curiosità, con molta grazia disse: «Io non lo sono, ma penso a quale vuoto andrei incontro se non potessi pormi, nella mia vita, il problema di Dio». Nelle ultime pagine del Nuovo Testamento, l`Apocalisse di Giovanni annuncia che «non ci sarà più morte, né lutto, né lamento, né fatica, perché le realtà di prima saranno tutte passate» (Ap. 21,4). A me basterebbe vivere la realtà di adesso sapendo che al dono della vita si deve rispondere lealmente, senza stringere l`animo, ma lasciandolo aperto a tutto, e a tutti.
«Più luce!», esclamò Goethe sul letto di morte. Nessuno, credo, pensò che volesse indicare la finestra.
«Più luce!», esclamò Goethe sul letto di morte. Nessuno, credo, pensò che volesse indicare la finestra.