La guerra, a quel punto, non poté evitare che si raccontasse, dopo lo sbarco in Sicilia degli americani, un episodio rimasto pressoché inedito. Lo scrittore Michele Pantaleone, allora, era soltanto un ‘accurato studioso’. Così accurato, e quindi così scomodo, che le sue indagini sul fenomeno mafioso lo portarono dritto in tribunale. Poi verrà prosciolto da ogni accusa. «Solo lu pazzu canta e solo lu pazzu campa», e nondimeno mi racconterà ciò che successe quando tre carri armati si sfilarono dall`invasione, per dir così, dirigendosi verso Villalba. «Andai incontro ai carri con una popolazione di 400 persone, portando una bandiera fatta di un manico di scopa e la federa di un cuscino. Una voce dall`accento siculo-americano ordinò: ‘Chiamare don Calò Vizzini, chiamare don Calò Vizzini!’. Poco dopo giunse don Calogero, che tirò dal seno un pezzetto di stoffa color d`oro e lo mostrò al primo dei carri. Allora la torretta si aprì e lui vi entrò: dopo sette giorni furono nominati i sindaci di Mussomeli, Villalba e Vallelunga. Vizzini lo diventò di Villalba». E qui finì un racconto che un giorno, in Tv non certo per contaminare la straordinaria generosità dell`Armata americana – lanciò un bengala sulla ‘questione mafiosa’. Anche il nostro Paese, a guerra finita, conoscerà una selva di siringhe.