Mi chiedo quale sarebbe la sorte dei ‘migranti’ quando a ingrossare le tesi dei ‘respingitori’ fosse l`ulteriore incattivirsi del mare. Penso alla temeraria ‘profezia’ dello storico francese Femand Braudel quando, ai tempi degli Annales, disse: «Il destino dell`Africa sarà di invadere l`Europa, e dell`Europa di doverle aprire le porte». Era un`ipotesi radicale, resa drammatica anche dalle prudenze politiche tradizionali, cioè conservatrici, e da movimenti, di cavarne vantaggi di natura elettoralistica. Qui, però, si crea un problema cruciale: le più reputate competenze politico-diplomati- che internazionali prevedono che nel tempo di un anno, se l`Onu, gli Stati Uniti, la Russia e l`Europa non trovassero la soluzione per definire le modalità dell`attuale, errabondo processo migratorio assorbendolo in una politica governata ai livelli più autorevoli e responsabili – occorrerebbe immaginare come poter gestire milioni di emigranti nel frattempo più consapevoli anche dei loro diritti. Cioè valutando le politiche idonee a costruire un`impresa ciclopica, come per il sollecito e decisivo Piano Marshall. E perché l`Europa non si chiuda in una, allora sì catastrofica, fortezza.

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