“Il dibattito sulla legge elettorale ci segnala che le forze politiche non hanno a fuoco le priorità del Paese. Pensare che ciò che ha scritto la Corte Costituzionale sia immediatamente applicabile vuol dire non conoscere la Costituzione e le discriminazioni di genere che il sistema delle preferenze differenziate genererebbe tra Camera e Senato, quest’ultimo destinato a trasformarsi in un’assemblea quasi totalmente maschile”. Così, in una nota congiunta, i senatori Pd, Rosaria Capacchione e Stefano Vaccari, componenti della Commissione Antimafia.

“Serve dunque produrre ogni sforzo utile a trovare un accordo con le altre forze politiche – aggiungono – al fine di allineare i due sistemi elettorali per i due rami del Parlamento, assicurando che entrambi producano una maggioranza in grado di governare il Paese. Aggiungiamo poi che una diversa definizione dei collegi al Senato aiuterebbe anche ad evitare che in tante regioni del nostro Paese i candidati e il percorso di ricerca delle loro preferenze siano preda di organizzazioni criminali radicate in quei territori, attraverso i loro sodali travestiti da normali imprenditori in grado di condizionarne il risultato e conseguentemente il futuro. Serve quindi un riequilibrio anche per evitare condizionamenti, soprattutto al Senato, dove collegi regionali vastissimi possono risultare di difficile contendibilità senza aiutini”.

“In questo quadro, servono tempi e modi giusti prima di tornare alle urne, cercando di dare nel frattempo risposte concrete e importanti riguardo i principali problemi degli italiani. A partire dal lavoro, dal sostegno all’economia e dalla giustizia, approvando la riforma del codice che attende da troppo tempo, nonché le misure riguardanti gli amministratori locali minacciati e intimiditi, le modifiche alla normativa in materia di beni e aziende confiscate alle mafie, la riforma della prescrizione dei processi, le misure di contrasto alla criminalità nel settore del gioco d’azzardo e quelle a favore dei testimoni di giustizia. Importante sarebbe riconoscere ufficialmente il 21 marzo come Giornata nazionale della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, chiudendo in fretta l’iter avviato dalla Commissione Affari costituzionali alla Camera. Sarebbe un esercizio responsabile ed utile dell’attività parlamentare a cui tanti si richiamano senza essere immediatamente conseguenti”, concludono Capacchione e Vaccari.


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