Incostituzionale l’ipotesi del 100 capilista bloccati
‘Se  Renzi e Verdini « non cambieranno idea sulla legge elettorale, il prossimo sarà un parlamento in prevalenza di nominati. Non per il 100%, come accade con il Porcellum, ma per i160% sì». E le preferenze? «Serviranno per eleggere parlamentari solo per il partito che agguanterà il premio di maggioranza. Secondo i nostri calcoli, oggi M5s con il 20% di voti, oltre ai 100 capilista bloccati, riuscirebbe ad eleggere con le preferenze altri due deputati. Così non va». Con l`Italicum 2.0 si avrebbe un parlamento «determinato da 3 o 4 `grandi nominatori`», ragiona Míguel Gotor, senatore di area riformista, tra gli uomini più vicini all`ex segretario dem, Pier Luigi Bersani. Che però rilancia con una mediazione, che sarà formalizzata oggi in aula al senato, quando la riforma elettorale riprenderà il suo cammino: «È possibile prevedere una quota di deputati bloccati, così da accontentare le segreterie e portare in parlamento esponenti della società civile, ma senza superare il 25%. E garantendo la riconoscibilità del voto. Il resto deve essere scelto direttamente dagli elettori».
 Domanda. In aula saranno messe ai voti le modifiche all`Italicum frutto del nuovo accordo Renzi-Cav: soglia di sbarramento per il premio di maggioranza al 40%, soglia di accesso al 3%. E 100 capilista bloccati, per tutti gli altri le preferenze. Sarà un percorso in discesa o in salita?
Risposta.
Sulle soglie non vedo problemi, si fanno modifiche importanti e positive. Il 37% per il premio di maggioranza era troppo basso, e troppo alta la soglia di accesso all`8%, avrebbe fatto fuori partiti con 2,5 milioni di voti.
D. Passiamo allora ai problemi.
R.
Se sarà formalizzata la proposta di 100 capilista bloccati, noi non potremo votarla. L`effetto che se ne otterrebbe è perverso: con il Movimento5stelle al 20%, per esempio, si avrebbero 100 deputati nominati e solo un paio eletti con le preferenze. Il meccanismo di fatto trasforma le preferenze in un optional a disposizione del partito che agguanta il premio di maggioranza. Avremmo una sola Camera politica di 630 deputati, dopo aver riformato il bicameralismo, che per il 60% sarà deciso fuori dalle urne, da 3 o 4 ‘grandi nominatorr.
D. Garantire una quota di nominati è uno degli elementi dell`accordo delle forze di maggioranza.
R.
Il principio non è sbagliato perché consente di portare in parlamento rappresentanti della società civile e del mondo delle professioni. Ma vanno cambiate le proporzioni. Per esempio prevedendo che una percentuale del 25% sia di candidati bloccati in un listino a parte e un 75% di eletti con le preferenze. Così le preferenze avrebbero lo stesso peso percentuale in tutte le forze politiche che entreranno in parlamento e il voto sarebbe riconoscibile.
D. Lo avevate già proposto, con un emendamento firmato da 37 senatori.
R.
Ritorneremo alla carica in aula. Del resto, gli stessi costituzionalisti che abbiamo audito lo hanno evidenziato: con il combinato disposto capilista bloccati e pluricandidature c`è il rischio di incappare in un vizio di incostituzionalità non troppo dissimile da quello del Porcellum.
D. Riaprire la riforma significa riaprire anche le trattative con Forza Italia, a ridosso dell`elezione del nuovo capo dello stato. Non c`è il rischio di un incidente?
 R.
Non è stato saggio sovrapporre le due cose, nuova legge elettorale e Quirinale, è una situazione che produrrà inevitabilmente fibrillazioni: si definiscono gli assetti di potere e la qualità della democrazia italiana per i prossimi 7-10 anni.
D. Non sia così categorico, per la legge elettorale un intervento della Consulta è sempre possibile.
R.
Una cosa che rimprovero al segretario del Pd e alla maggioranza è di non aver voluto introdurre il controllo preventivo di costituzionalità da parte della Corte sulle leggi elettorali. 0 meglio, si era disponibile a farlo, ma non per questa riforma, non per l`Italicum.
D. Perché?
R.
A pensar male si fa peccato…ma non vorrei che chi sta lavorando sull`Italicum sa che, senza ulteriori modifiche, ci sono elementi a rischio di incostituzionalità che non è bene far rilevare prima che la legge sia utilizzata.