‘Protesta esagerata e incomprensibile per gli elettori. Non c’è un diritto della minoranza che possa prevaricare quello della maggioranza’
«A Mineo e ai civatiani dico che stanno facendo la figura dei bambini capricciosi: pestano i piedi perché non hanno ottenuto quello che volevano». Francesco Russo, senatore dem, membro della commissione Affari costituzionali e dell`Ufficio di presidenza (che ha deciso la sostituzione in corsa di Corradino Mineo), prende le distanze dal gesto eclatante dei 14 colleghi di Palazzo Madama che ieri si sono autosospesi in segno di protesta.
Mineo e gli altri autosospesi sono furibondi. Parlano di un atto gravissimo. È un`epurazione, come sostengono?
«Mi sembra tutto esagerato in questa vicenda, dalla forma di protesta scelta ai toni usati. Voglio ricordare che un numero significativo di senatori, tra cui io, avevamo espresso molti dubbi rispetto alle prime bozze pubblicate sul sito del governo, avevamo messo in guardia dai rischi di una sorta di Assemblea stile Conferenza Stato-Ragioni che però si riuniva in una sede molto prestigiosa, o di uno sbilanciamento di poteri. Abbiamo cercato di svolgere un ruolo di facilitatori, cercando di avvicinare le posizioni del governo con quelle di Chiti e Mineo. L`esperienza di queste settimane è stata positiva, abbiamo svolto riunioni molto lunghe come gruppo al Senato; c`è stato un voto molto ampio per restare nel recinto delineato dal governo ma migliorando il testo; ci sono state oltre settanta ore di dibattito in commissione; incontri con il premier e il ministro per le Riforme e chi ha voluto esprimere il proprio dissenso lo ha fatto ampiamente. In queste ultime settimane si è raggiunta un`intesa sulla bozza a cui stanno lavorando i due relatori, siamo ad un passo per un accordo generale e quella bozza, che è molto diversa dal testo iniziale, tiene conto anche di alcune osservazioni avanzate da Chiti e Mineo».
 Quindi sta dicendo che la protesta dei senatori non ha senso?
«Dico che si fa molta fatica a capirla perché sembra essere esagerata rispetto alla posta in campo».
Stefano Fessina ha definito un errore politico la sostituzione di Mineo. Si poteva evitare un gesto così forte?
«Non credo sia stato un errore, anche se non è stata una decisione presa a cuor leggero. Ma si motiva di fronte alla valutazione che da parte di Mineo non ci fosse lo spazio a cambiare una posizione molto rigida e che avrebbe portato a un risultato paradossale: il diritto di una minoranza che prevarica quello di una larghissima maggioranza che ha una posizione diversa».
Si è tirato in ballo l`articolo 67 della Costituzione. C`è stata una violazione della libertà da qualunque vincolo di mandato?
«Assolutamente no. Entrando in Parlamento avevo ben chiara una cosa: faccio parte di un gruppo democratico, nel quale si discute e ognuno esprime le proprie posizioni, ma alla fine si arriva a una votazione e le decisioni della maggioranza impegnano anche la minoranza. Nel Pd almeno l`80% dei parlamentari sono d`accordo sul fatto che la riforma vada fatta. È tutta qui la natura della decisione di sostituire Mineo: non è possibile che chi siede in commissione non rispetti la linea decisa dalla maggioranza del gruppo. In commissione si sta a rappresentare il proprio gruppo, mentre in Aula si rappresentano i cittadini. L`articolo 6710 si può evocare sui casi di coscienza e francamente non mi sembra un caso di coscienza decidere se i senatori li vogliamo eleggere secondo il modello francese o secondo quello spagnolo. Non si giustifica il gesto così eclatante di 14 senatori che li porta ad autosospendersi ledendo in maniera pesante l`immagine di un partito che ha preso quindici giorni fa il 40% dei consensi. In questo modo si mette il Pd in difficoltà davanti agli alleati e all`opposizione. È un gesto sproporzionato, incomprensibile per i nostri elettori».
 Pippo Civati sostiene che il mandante sia Renzi e Zanda l`esecutore. Lei che è nell`Ufficio di presidenza che versione dà?
 «Quella reale: è una decisione maturata nel gruppo per i motivi che ho fin qui esposto. Dal momento che ci piace tanto a tutti ripetere che dobbiamo ascoltare i nostri elettori dico a Mineo e agli autosospesi che il 40,8% dei voti li abbiamo presi perché abbiamo promesso le riforme e oggi questo si aspettano gli italiani. Ognuno faccia le proprie battaglie ma poi tutti rispettino le decisioni assunte a maggioranza dal partito».

Ne Parlano