Il voto palese sulla decadenza del Cavaliere è la strada giusta, serve responsabilità
Il Pd deve lavorare per far capire a tutte le forze politiche che il doppio turno è utile non al Pd ma all’Italia». Luigi Zanda interviene nel dibattito in corso sulla legge elettorale e rilancia le proposte che il Pd ha sottoscritto in questa e anche nella passata legislatura. «Io personalmente sono per il sistema francese, ossia il doppio turno di collegio, ma vista l’ostilità storica del Pdl per i collegi la soluzione del doppio turno di coalizione proposta da D’Alimonte e Violante e suggerita anche nella relazione finale dei 35 saggi nominati da Letta può essere una buona mediazione».
Senatore, questo rilancio del doppio turno sembra una sconfessione della mediazione sul modello spagnolo trovata in commissione Affari costituzionali…
La commissione ha lavorato molto bene e nel documento messo a punto il doppio turno è appunto una delle opzioni. Da lì il Pd deve ripartire, come chiedono gli stessi senatori democratici, sapendo di avere la forza e il dovere di far convergere il Parlmento sulla soluzione più utile al Paese, quella che può garantire la governabilità. E il doppio turno, di collegio o di coalizione, è la soluzione che più si adatta alla realtà politica del nostro Paese perché da una parte garantisce il massimo pluralismo con il voto del primo turno, dall’altra assicura appunto la governabilità con il ballottaggio finale. Bisogna in ogni caso fare in fretta, visto che, come ha ricordato più di una volta in questi giorni il Capo dello Stato, il 3 dicembre la Consulta si esprimerà sul Porcellum e con ogni probabilità lo dichiarerà incostituzionale in tutto o in parte.
La sua posizione sulla legge elettorale non potrà che far piacere a Renzi. Lei per chi voterà al congresso del Pd?
È una fase molto delicata per il Parlamento – tra legge di stabilità, legge elettorale, crisi economica e sociale – e come presidente del gruppo dei senatori democratici preferisco per ora tenere fuori la campagna congressuale dai lavori parlamentari. L’appello che rivolgo ai candidati è di essere il più inclusivi possibile, perché il Pd ha disperatamente bisogno di unità.
A proposito di legge di stabilità, bisogna usare il cacciavite come dice Letta o il caterpillar come dice Renzi?
 La scelta degli strumenti dipende dal progetto. In politica come in architettura non si costruisce nulla di buono se non c’è un buon progetto. Le priorità del Paese sono Europa, crescita, equità e riforme. Per fare più Europa politica, ad esempio, ci vuole il caterpillar. Per fare le delicate riforme costituzionali ci vuole invece il cacciavite.
Ma è una buona legge di stabilità o va cambiata?
La legge di stabilità prova a dare delle risposte ma è chiaro che il Paese parte da una condizione molto difficile, dalla montagna del debito pubblico alla debolezza del sistem apolitico e della pubblica amministrazione. Detto questo, il Parlamento deve intervenire con misure che rafforzino crescita, investimenti ed equità. Ad esempio è necessario dare più risorse ai Comuni e sostenere maggiormente famiglie, giovani, anziani e combattere le gravissime sacche di povertà. I senatori del Pd sono al lavóro per individuare i tagli alla spesa necessari a trovare maggiori risorse.
Martedì prossimo la Giunta del Regolamento del Senato deciderà se quello sulla decadenza di Berlusconi da senatore dovrà essere un voto palese o segreto. Qual è la sua posizione?
Deciderà la Giunta per il Regolamento. Però ho letto su un’agenzia di qualche giorno fa che Berlusconi vorrebbe il voto palese perché vuole guardare in faccia chi gli vota contro. Ecco, credo che assumersi la responsabilità di fronte al Paese di una scelta così importante in un momento molto delicato della vita politica sia la strada giusta.

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