Il summit globale per la democrazia annunciato da Biden per il 2021, pone al futuro del pianeta una questione ancor più decisiva della crisi economica o delle tensioni militari, il rischio che le democrazie cedano il passo ai sistemi autoritari. Perché davanti alla complessità dei problemi del nostro tempo, i regimi illiberali presentano alle loro opinioni pubbliche molti apparenti vantaggi rispetto alle democrazie parlamentari. In tanti preferiscono sacrificare importanti diritti civili in cambio della rapidità e dell`efficacia delle decisioni di un regime autoritario. Le lungaggini procedurali delle democrazie, spesso divise e inconcludenti, escono perdenti dal confronto. Nel summit di Biden si discuterà certamente di come ridare forza alla democrazia.
L`Italia ha 75 anni di democrazia parlamentare e una Costituzione rigida fondata sulla divisione dei poteri e sullo stato di diritto. Sono principi immodificabili. Ma nel tempo dell`intelligenza artificiale e della rivoluzione digitale, la nostra Costituzione ha bisogno d`essere aggiornata. Soprattutto nella forma dello Stato e di governo. Abbiamo tentato più volte di farlo, ma non ci siamo riusciti. Faremmo bene a fermarci un attimo per capire dove stiamo andando. Dove non hanno potuto le riforme sta lavorando la prassi che, in certi casi, è riuscita a sovrapporre alla Costituzione formale una diversa Costituzione materiale. Vediamo come.
1) La Costituzione del 1948 attribuisce al Parlamento l`esercizio della funzione legislativa che però, nell`arco degli ultimi 40 anni, è stata largamente esercitata dal governo attraverso un uso ininterrotto di decreti legge e leggi delega spesso privi dei requisiti costituzionali. Il governo si è fatto legislatore e il Parlamento ha perso la sua centralità.
2) Il profilo del governo è cambiato. Il presidente del Consiglio dei ministri, costituzionalmente primus inter pares, è andato pian piano trasformandosi nella ben diversa figura di capo del governo che in molti casi non si limita a dirigere, promuovere, coordinare, ma di fatto dispone direttamente su questioni di competenza dei ministri. Berlusconi non è stato presidente del Consiglio, ma capo del governo. Lo è stato anche Renzi. Conte, con i Dpcm, con i commissari, con la politica sul Recovery fund, con gli Stati Generali, con le task force e i consulenti di Palazzo Chigi, ha impresso al suo secondo governo metodi molto diversi da quelli usati nella sua prima esperienza. Metodi, appunto, da capo del governo.
3) Il Presidente della Repubblica è fedele al mandato costituzionale. Ma sono l`estrema debolezza del quadro istituzionale e del sistema politico a farne l`unico punto di equilibrio stabile del nostro ordinamento.
4) Anche la magistratura risente delle disfunzioni delle istituzioni. Vale la pena di riportare le parole dell`allora procuratore della Repubblica di Napoli in occasione della diciannovesima assoluzione di Antonio Bassolino. Dopo aver riconosciuto che «qualche errore lo abbiamo commesso» e «Bassolino ne ha pagato le spese», il procuratore aggiungeva: «Era il 2010 e, anche se il picco dell`emergenza rifiuti era superato, le strade rimanevano ingombre di sacchetti. Ci chiedevamo in che modo spingere i sindaci ad intervenire, a darsi da fare, e ci venne in mente di contestare l`epidemia colposa. Funzionò abbastanza bene, servì da sprone».
Non credo serva altro per mostrare un`invadenza di campo, di certo non isolata.
Il summit di Biden può avere un`importanza strategica e generare un`alleanza delle democrazie. Perché senza istituzioni forti, efficienti, moderne e realmente rappresentative le democrazie parlamentari sono destinate a soccombere nella battaglia con i sistemi autoritari e illiberali. Non dobbiamo sottovalutare il presidente Orban quando dichiara che “i regimi autoritari come quelli di Russia, Cina e Turchia sono il futuro”.
L`Italia è a un bivio. Deve riformare il Parlamento e rendere più solidi i poteri del governo. Ma farlo per prassi, senza una vera riforma approvata dal Parlamento, può esser molto pericoloso.


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