Dal lato sinistro, restate 2024 è quella della coalizione ritrovata, ma anche delle polemiche fra Renzi e Conte. Senatore Alessandro Alfieri, l`alleanza alla fine si farà?
Abbiamo il dovere di mettere insieme tutti i soggetti politici che vogliono costruire un`alternativa al governo Meloni. Ma l`alternativa deve essere credibile, va fatta su punti ben definiti. Non solo per vincere ma per governare bene.
Dalla politica estera in giù, crede davvero che ci siano punti di incontro fra lv e M5s?
Se c`è la volontà politica, le sintesi si trovano. La questione principale oggi è ricreare un clima di fiducia, che è fondamentale per fare un percorso insieme. E la fiducia non la costruisci da un giorno all`altro, serve la fatica della politica, facendo opposizione fianco a fianco, e lavorando a iniziative comuni. L`autonomia differenziata è un test su cui misurare questo lavoro. Ci sono altri grandi temi: la difesa della sanità pubblica, spero anche le riforme istituzionali. Nessuno all`opposizione è autosufficiente, anche noi del Pd che siamo usciti bene dalle europee. Serve generosità, non servono i veti. Ma senza l`ansia di chiudere un patto da un giorno all`altro. Non bastano le interviste sui giornali, né le conversioni sulla via di Damasco, serve un lavoro giornaliero, fatti, e comportamenti conseguenti. Serve il passo del mezzofondista, non lo scatto del centometrista.
Fra i comportamenti conseguenti c`è che lv e Azione lascino le amministrazioni di destra?
Sarebbe un segnale che si fa sul serio: una scelta di campo chiara e definitiva. Senza chiedere l`abiura a nessuno per le precedenti fasi politiche. Dovessimo guardare a tutti quelli che se ne sono andati sbattendo la porta…Guardiamo al futuro. In ogni caso, non è un problema solo del M5s capire se fanno sul serio, a tutti noi interessa capire se ci sono le condizioni per costruire un percorso coerente e credibile.
Serve un centro. Chi lo organizza?
Non è solo un tema organizzativo, è anche e soprattutto politico, di leadership per un elettorato, che definiamo moderato o liberaldemocratico, e spesso è distante dalla politica e in cerca di rappresentanza. Il Pd è un partito plurale con vocazione maggioritaria, lo abbiamo dimostrato alle europee con le candidature plurali, e può raggiungere una vasta fetta di elettorato. Un pezzo di quel lavoro non dobbiamo rinunciare a farlo noi, un pezzo altri soggetti alleati.
Leader dell`alleanza invece è Schlein.
I numeri contano, le europee sono state lo spartiacque. La segretaria, con il Pd, si è conquistata sul campo il ruolo di guida. Con le responsabilità che ne conseguono.
Voi accusate il governo di destra di essere deludente e diviso. Correte lo stesso rischio?
Meloni è deludente e la destra è divisa su alcuni temi. Ma mantiene un forte radicamento, nessuno può farsi troppe illusioni. Non basta mettere in evidenza le loro contraddizioni, dobbiamo essere bravi a costruire proposte comuni. Su alcuni punti stiamo già lavorando, salari, sanità e riforme. Ma dobbiamo affrontare anche i temi critici. Trovare punti di contatto sulla credibilità internazionale, che passa da posizioni chiare sul sostegno all`Ucraina e sui punti cardinali della politica estera. Una delle chiavi passa dall`Europa e dalla difesa comune.
Nel 2022 a dividere Pd e M5sè stata l`agenda Draghi. Tema del passato?
Nel 2022 ci furono anche personalismi, ma guardiamo avanti. Dobbiamo capire come affrontiamo la transizione ecologica e digitale, come costruiamo un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Se evitiamo scappatoie ideologiche, in questi temi uno spazio comune c`è: come sosteniamo le imprese e i cittadini che fanno più fatica in questa transizione.
Dovete aspettare gli esiti del congresso del M5s?
Il Pd è un partito che discute molto, figuriamoci se non ho rispetto per i dibattiti interni ai partiti. Spero che il loro si risolva in tempi rapidi e che con il M5s a guida Conte si possa costruire un percorso di battaglie comuni. Alcune le stiamo già facendo: le tre prossime regionali saranno un test non solo per misurare la tenuta della destra ma anche la nostra capacità di costruire, intorno a figure e proposte credibili, un pezzo dell`alternativa nazionale.
Spera in una disarticolazione della destra?
Non ci faccio affidamento. Se poi nel nostro lavoro di opposizione siamo bravi e li mettiamo in difficoltà, facendo emergere le loro differenze, sarà un pezzo in più. Ma non si parte da lì.
Lei crede al nuovo Tajani?
Quando non c`è un`evoluzione graduale ma solo uscite improvvise, meglio essere prudenti. Ma non mi interessa la dietrologia sull`influsso dei Berlusconi. Mi interessa la parte che può diventare positiva: se, con un sussulto d`orgoglio del parlamento, quindi fuori dai perimetri del programma di governo, c`è la possibilità di fare un passo in avanti sui diritti delle nuove generazioni che non hanno gli stessi diritti dei nostri figli, tutto di guadagnato. Andremo a vedere le carte fino in fondo.


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