Alessandro Alfieri, se lei tornerà in tempo dagli Usa parteciperà anche alla manifestazione di Italia viva e Azione, ma parliamo dell`iniziativa del 7 giugno. Che significato ha?
«Di fronte alle immagini strazianti che continuano ad arrivare da Gaza, dove continuano a morire donne e bambini, serve una risposta che scuota le coscienze, non bastano le iniziative istituzionali e gli appelli. È necessaria una larga mobilitazione che coinvolga tutti coloro che, al di là dei colori politici, sono colpiti da quello che sta succedendo».
La piattaforma è la mozione di Pd, M5S e Avs. Difficile coinvolgere gli altri.
«Sì, ma bisognava dare una risposta immediata alle degenerazioni del governo israeliano che non si ferma e che anzi vuole costruire altre 22 colonie in spregio a qualsiasi risoluzione dell`Onu».
Italia viva e Azione non ci saranno.
«Io confido fino all`ultimo che questa manifestazione possa allargarsi, che davanti a un obiettivo del genere si possa stare tutti insieme. In ogni caso penso sia importante tenere un filo tra le due
iniziative, la nostra e quella del 6 giugno. Ed è un bene che ci siano colleghi e cittadini che parteciperanno a entrambe per dire basta a morte e violenze a Gaza».
Non avete voluto inserire niente contro l`antisemitismo.
«Io sono intervenuto a nome del Pd al Senato e sono stato molto duro nei confronti del governo Netanyahu. Ho rimarcato il fatto che a Gaza le persone sono oggetto di una doppia follia, quella di Hamas, con i suoi attacchi terroristici che abbiamo condannato più volte, e quella degli estremisti del governo israeliano che hanno scatenato una vendetta senza limiti e senza freni, che va condannata senza se e senza ma. In questo quadro dobbiamo essere capaci di individuare le responsabilità e non possiamo schiacciare tutto il popolo israeliano su Netanyahu. Oggi le comunità ebraiche in giro per il mondo fanno i conti con l`antisemitismo a cui fa da combustibile l`azione dissennata del governo israeliano. Dobbiamo certamente farcene carico anche nei messaggi della nostra manifestazione».
Che rimproverate al governo Meloni?
«Il fatto che si limiti a promuovere iniziative umanitarie,che sono importantissime, ma un governo deve svolgere anche un`azione diplomatica e politica».
Fino a riconoscere lo Stato palestinese?
«Certo: l`Italia deve essere all`altezza del ruolo che ha sempre svolto in Medio Oriente».
Macron vuole riconoscere lo Stato palestinese, ponendo però condizioni.
«È giusto, l`Italia deve muoversi insieme ai principali Paesi europei, invece di sfilarsi per non procurare dispiaceri ali-amico” Trump».