“Abbiamo sempre chiesto che ogni passaggio in cui si decideva l’invio di armi all’Ucraina vedesse il pieno coinvolgimento delle Camere e credo che abbiamo fatto bene. Nessuno di noi prende queste decisioni a cuor leggero, si tratta di scelte non ideologiche ma politiche, a volte anche sofferte. Il primo a dire parole di chiarezza fu il segretario del Pd Letta, quando disse che di fronte all’invasione russa dell’Ucraina non potevamo che stare dalla parte di chi lotta per la sua libertà davanti ad una brutale aggressione. Oggi la situazione sul terreno è cambiata, quella che doveva essere la controffensiva ucraina è in fase di stallo e dovremmo fare anche una riflessione sul sistema delle sanzioni economiche contro la Russia, che ha funzionato solo parzialmente. Alcuni pensano che questi cambiamenti sul terreno debbano indurci a cambiare posizione e ad abbandonare il sostegno all’Ucraina. È invece proprio in questo momento di difficoltà che dobbiamo continuare a garantire tutto l’aiuto necessario al popolo ucraino e a tenere unito il fronte delle democrazie liberali. Il senso della foto di Scholtz, Macron e Draghi sul treno per l’Ucraina rimane quello della ricerca di una politica estera e di difesa comuni. Noi ci asterremo sulla risoluzione della maggioranza perché manca la ricerca di quell’ambizione e di un tentativo di costruire a livello europeo un’iniziativa diplomatica per arrivare al cessate il fuoco e in prospettiva ad una conferenza di pace; ma voteremo a favore del decreto quando arriverà in Aula, continuando a sostenere in modo chiaro il popolo ucraino”. Lo ha detto in Aula in dichiarazione di voto il senatore Alessandro Alfieri, capogruppo del Pd nella Commissione Esteri. “Ci asteniamo sulla risoluzione di maggioranza – ha proseguito Alfieri – anche perché non c’è una posizione di netta di condanna rispetto all’atto dissennato di Orban, alleato di Salvini e Meloni, che ha bloccato 50 miliardi di aiuti europei all’economia Ucraina e alla ricostruzione delle infrastrutture energetiche colpite dai bombardamenti russi. Chiediamo anzi agli amici italiani di Orban di convincerlo a togliere il veto su quel pacchetto. La nostra posizione è chiara e la sosteniamo nel rispetto di ogni sensibilità, rifiutando le caricature. Per cui chi manifesta una posizione pacifista rischia di essere bollato come filoputiniano e chi vota per gli aiuti militari all’Ucraina viene definito guerrafondaio. Il rispetto reciproco aiuterebbe ad avere un dibattito più civile e all’altezza delle sfide che abbiamo davanti”.


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