“Ho appreso della scomparsa di Alberta Levi Temin, che ho avuto la fortuna di conoscere, e voglio esprimere la mia sincera vicinanza ai familiari e ai suoi tanti amici. Alberta riuscì a salvarsi nascondendosi sul balcone dal rastrellamento del Ghetto di Roma, dove si era trasferita con la famiglia dopo le perquisizioni della loro casa di Ferrara. Per tutta la vita si portò dentro il dolore di non aver potuto far nulla per i suoi cari. Un dolore che, a 96 anni, ricordava ancora come il più grande della sua vita. Per molto tempo non riuscì a parlare della tragedia vissuta, fino a quando, col diffondersi delle teorie revisioniste sulla Shoah, nel 1990 trovò la forza di raccontare la sua storia ai giovani e nelle scuole”. Lo afferma in una nota la senatrice del Pd Silvana Amati.
“La sua preziosa testimonianza, insieme a quelle di altri che come lei riuscirono a salvarsi dagli orrori del nazismo – prosegue – ha svolto un ruolo fondamentale nel percorso che ha portato all’approvazione, lo scorso giugno, della legge contro il Negazionismo. Accusare le stesse vittime di falsificazione della storia, negando questo crimine contro l’umanità, rappresenta, infatti, una delle forme più sottili di diffamazione razziale e xenofoba e incitamento all’odio. Con la scomparsa di Alberta Levi Temin perdiamo una persona eccezionale, di straordinaria lucidità. Abbiamo il dovere di raccogliere il testimone – conclude Amati – perché rimanga sempre viva la memoria e simili orrori non possano mai più ripetersi”.


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