“Non è solo l’articolazione di pensiero politico e filosofico, ma è, in particolare, la conciliazione del sogno di una nuova società, della partecipazione di intere masse al proprio destino e di libertà, che ha reso Gramsci il pensatore italiano del Novecento più studiato e letto nei cinque Continenti. Anzi, ad oggi uno dei più conosciuti italiani di tutti i tempi. Con la casa di Gramsci monumento nazionale vogliamo ricordare a noi tutti e alle future generazioni un uomo, un pensatore, un politico e un pezzo di storia del nostro Paese che è giusto preservare qualunque sia il giudizio storico e politico che si voglia dare al suo pensiero”. Lo dice il senatore del Pd Ignazio Angioni, che è intervenuto nell’Aula del Senato in dichiarazione di voto per il gruppo.

“La casa  di Gramsci a Ghilarza, un paese in provincia di Oristano che all’epoca contava 2000 abitanti  – prosegue Angioni –  è divenuta negli anni Sessanta sede della omonima associazione, è stata un centro di rapporti tra ex partigiani, intellettuali, sindacalisti, studiosi, che furono i promotori, negli anni Ottanta, della sua restaurazione. Oggi è un museo e un centro di documentazione, di ricerca e di attività culturali. Se essa è meta di visitatori provenienti da tutto il mondo, e in particolare di giovani studenti, il merito è di tutti coloro che hanno cercato ostinatamente di mantenere quella casa come il luogo della memoria gramsciana, prima tra tutti la sorella Teresa, l’amatissima Teresina per Gramsci, e le sue due figlie Diddi e Mimma Paulesu. Che cosa resta oggi di Antonio Gramsci? Dopo la caduta dei muri e l’esperienza, inizialmente esaltante e poi drammatica, dei Paesi che aspiravano a fondarsi sui principi marxisti, resta un Gramsci vitale e centrale nel pensiero democratico moderno di diverse generazioni non solo italiane e in una dimensione planetaria. Come dice l’economista premio Nobel, Amartya Sen, l’influenza di Antonio Gramsci sulla storia della filosofia va molto al di là del marxismo”.

 

 


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