“Oggi a Porzus chiniamo ancora il capo in segno di profondo rispetto e con la promessa di costruire. Insieme. Gli uomini annientati quel giorno di quell’anno in questo luogo rappresentano una parte della nostra eredita’ morale”. Lo ha detto oggi a Canebola di Faedis (Udine), in occasione del 77/mo anniversario dell’eccidio di Porzus, la senatrice Tatjana Rojc (PD) concludendo l’allocuzione pronunciata nella chiesa parrocchiale, dopo la posa di una corona sul Monumento ai Caduti. Tra gli altri erano presenti il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, i sindaci dei Comuni della zona guidati da quello di Faedis, Claudio Zani, i consiglieri regionali del PD Cristiano Shaurli, Franco Iacop e Mariagrazia Santoro, autorita’ civili e militari. Dopo aver ricordato le parole di Pasolini per il fratello Guido ucciso nella strage, che chiedeva “non lacrime ma giustizia”, l’opera di don Emilio de Roja “che aveva aderito da protagonista alla Resistenza e aveva contribuito a salvare vite umane, nel suo pensiero profondamente cristiano della fede, della speranza, della carita’”, la senatrice ha citato il forte pensiero del presidente Napolitano che ammoni’ a “non dimenticare e rimuovere le pagine buie come l’eccidio di Porzus” accanto alle “pagine luminosissime della Resistenza”. “Porzus e’ per se stesso un monumento – ha detto Rojc – agli uomini che hanno pagato con la vita l’anelito di giustizia e liberta’, un monumento che condividiamo con tutto il Paese. Perche’ gli uomini annientati quel giorno di quell’anno in questo luogo rappresentano una parte della nostra eredita’ morale”. “In questi giorni stanno soffiando gravi venti di guerra non lontano da noi – ha ricordato Rojc – ci sono genti terrorizzate di non avere un futuro, ci sono disperati che chiedono aiuto. L’Italia, l’Europa tutta ha il dovere di non volgere lo sguardo altrove”.


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