“Noi siamo molto preoccupati e inquietati dalle politiche della giustizia e dalla riforma della separazione delle carriere del ministro Nordio e del governo Meloni ed è per questo che continueremo a batterci contro di esse con ogni mezzo democratico, dentro e fuori dalle aule del Parlamento”. Lo ha detto il senatore Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd nella Commissione giustizia, annunciando il voto contrario del gruppo del Pd sulla risoluzione relativa alla relazione del ministro Nordio sull’amministrazione della giustizia.
“Riconosciamo che qualche aspetto positivo nella relazione del ministro Nordio c’è – ha detto Bazoli – e riguarda la riduzione del tempo di durata dei procedimenti civili e penali e dell’arretrato delle pendenze civili e penali. Sono buone notizie che testimoniano che le riforme fatte nelle scorse legislature dai governi Conte2 e Draghi con Cartabia stanno funzionando. In questi anni di governo Meloni, invece, ci siamo dedicati al diluvio di nuove fattispecie penali e nuove aggravanti che caratterizzano il populismo penale quale strumento per piegare la giustizia alle esigenze del consenso politico. E’ questo il modello inaugurato dalla destra e da un ministro della giustizia come Nordio che si dice liberale: accentrare l’attenzione sull’allarme sicurezza per giustificare gli interventi repressivi, dal momento che si pensa che questo porti consenso. A cosa porta questo populismo penale? Al fatto che non si affronta il tema della sicurezza in modo serio ma si produce il disastro conclamato dell’esecuzione penale che è sotto i nostri occhi e che riguarda sia i penitenziari per adulti che per minori: 89 suicidi nel 2024, il dato più alto degli ultimi 30 anni, 62 mila detenuti che continuano a crescere, il numero più alto dal 2013. Il ddl sicurezza rappresenta una deriva securitaria profondamente illiberale e autoritaria con cui la destra vuole colpire chi protesta, la povertà, il disagio sociale, i migranti e addirittura i bambini. La separazione delle carriere – noi siamo a favore di ridurre il passaggio da una carriera all’altro – si poteva perseguire senza manomettere la Costituzione e senza indebolire e umiliare la magistratura e demolire il Csm, suo organo di autogoverno, togliendo ai magistrati il diritto di elettorato passivo e attivo”.