“Bloccare la proroga della norma che finora ha consentito alle donne di optare per un bonus fino a 600 euro mensili per un massimo di sei mesi piuttosto che per il congedo parentale produce un danno enorme.
Equivale a impedire un processo che consentiva alle donne di scegliere di rientrare al lavoro usufruendo di un sostegno economico per la cura dei neonati, e sottrae alle donne un’opportunità importante che finora hanno potuto utilizzare per non perdere posizioni nei luoghi di lavoro.
Vorrei ricordare che, una volta arrivata al Ministero del Lavoro, ho ritenuto doveroso rimettere mano al voucher, misura già prevista dalla legge 92 del 2012 finanziata con 15 milioni di euro all’anno dal 2013 al 2015 ma scarsamente utilizzata fino a quel momento, snellendo la procedura, raddoppiando il bonus da 300 a 600 euro mensili, raddoppiando le risorse, così che questo strumento ha incontrato grande interesse delle lavoratrici sia nel pubblico impiego che nel privato.
Perché se la maternità rappresenta un valore sociale è con strumenti e azioni concrete che va sostenuta, non con le chiacchiere. Ragione che ha portato ad estendere il beneficio anche alle lavoratrici autonome.
Il Governo fa passerelle e si sciacqua la bocca con le famiglie ma quando si tratta di sostenere concretamente l’occupazione femminile taglia risorse e servizi essenziali.
Il cambiamento è questa becera regressione, questo ritorno al peggior patriarcato, questa penalizzazione del lavoro femminile?”.


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