“Enrico Rossi – come va di moda tra diversi dirigenti del mio PD in queste settimane – accusa senza mezzi termini una parte del suo partito, compagni e compagne di quel partito che lui ha lasciato (fondandone, lui sì, un altro) e nel quale è tornato, di voler affossare il segretario. Segretario che Rossi difende, ma che non ha votato; lo dico per amor di verità e esercizio di memoria”.
Così la senatrice dem fiorentina Caterina Biti replica sulla sua pagina Facebook al suo collega di partito, già presidente della Regione Toscana.
“Avendo io votato Enrico Rossi – motiva la parlamentare – tutte le volte che si è candidato alla presidenza della  regione, avendo fatto per lui e per il nostro partito le campagne elettorali, avendone sostenuto le politiche dei due mandati – anche negli anni in cui ha cambiato partito! – credo di poter rivolgermi a lui senza nessun timore.
Perché se c’è qualcuno tra noi che potrebbe chiamare “ex” l’altro quella sono io che il PD non l’ho mai lasciato.
Da Enrico Rossi lezioni su questo proprio non ne accetto.
Non mi sono mai rivolta – anche nei momenti in cui gli scontri sono stati più forti – ad un mio compagno di partito sottintendendo che le sue scelte politiche gli togliessero dignità di lavorare nel PD e non inizierò oggi.
Non mi abbasserò a ridurre il confronto a questo.
Neanche con chi se n’è andato ed è tornato.
Ciò che serve è fare politica, in questo momento come mai, e ridurre tutto ad affibbiare etichette di “ex” è un esercizio inutile, ingiusto, perfino dannoso.
Tendo a non rispondere alle provocazioni sterili, ma c’è un limite: il mio è quello che mi venga riconosciuta la dignità di continuare a fare Politica nel partito nel quale lavoro da 11 anni, al quale devo tantissimo; il partito che ho scelto e che scelgo ogni giorno”, conclude Biti

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