“Senza i Lep non si va avanti, senza i Lep ci sarà una reazione molto dura. Noi chiediamo anzi che i Lep vengano votati dal Parlamento e non decisi da un comitato votato per legge, da cui diversi membri autorevoli si sono dimessi e la loro lista è molto lunga, non comprende solo Bassanini e Amato, Gallo e Paino”. E’ il duplice messaggio che Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato ed ex ministro per gli affari regionali, a margine del suo intervento al Meeting di Rimini, invia al Governo e al presidente della Conferenza delle Regioni, il leghista Fedriga, sulla riforma Calderoli e l’autonomia regionale differenziata. “Ci vuole una bella faccia tosta a dire che le regioni del Sud non saranno svantaggiate da quella che è una vera e propria riforma spacca-Italia – afferma Boccia – Abbiamo sempre detto che sarebbe stato necessario un fondo di perequazione e Fedriga dovrebbe sapere, se ha memoria buona, che nel 2020 con il governo Conte 2 facemmo un accordo unitario con tutte le regioni italiane da Nord a Sud, con gli enti locali e con le città metropolitane, proprio perché sul tavolo avevamo dato questa garanzia”. Boccia sottolinea che “Fedriga ha ereditato da Bonaccini una Conferenza Stato-Regioni unanime e una Conferenza delle Regioni unita; oggi la Conferenza è divisa ed enti locali e città metropolitane non sono sedute al tavolo di governo: questa è un grande segnale di debolezza. Se vogliono continuare e fare le riforme contro i sindaci e contro i territori meno favoriti lo facciano e si schianteranno… Noi ovviamente in Parlamento saremo durissimi”. “La battaglia sulla sanità pubblica avrà i connotati che ha avuto la battaglia sul salario minimo” per il quale “stiamo incalzando ogni giorno il Governo”. Lo ha sostenuto, a margine di un incontro al Meeting di Rimini, il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, replicando a chi gli chiedeva un commento sulle parole di Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera che, proprio al Meeting ha detto che il centrosinistra, quando era alla guida del Paese. ha tagliato i fondi alla Sanità mentre il centrodestra la sostiene. “Penso sia di dominio pubblico – ha osservato – che siamo arrivati per la prima volta nella nostra storia recente a più del 7% di Pil di risorse stanziate per la Sanità con il ministro Roberto Speranza. Ed è andata così negli anni che abbiamo alle spalle. Perché le Regioni, unanimemente, anche quelle di centrodestra hanno avuto come interlocutori Governi che hanno fatto del riordino della Sanità Pubblica un punto fermo”, ha aggiunto. Quindi, ha proseguito Boccia, “è evidente che da quando il Governo Meloni si è insediato una delle prime cose che il ministro Fitto ha detto, criticando il Pnrr, è stata noi non investiremo sulle Case di Comunità che significa ‘non crediamo nella Sanità territoriale’, significa ‘non spendiamo un centesimo per la sanità pubblica’. È evidente che con questo atteggiamento, che si sta trasformando in queste ore in tagli reali, si sta appaltando la Sanità ai privati”. Pertanto, ha puntualizzato ancora, “per queste ragioni le parole di Foti sono parole non solo sconfessabili da analisi” dei numeri “ma sono esattamente l’opposto di quello che sta accadendo. Noi su questo, così come abbiamo fatto sul salario minimo per il quale stiamo incalzando ogni giorno il Governo, daremo battaglia. La battaglia sulla sanità pubblica – ha concluso – avrà i connotati che ha avuto la battaglia sul salario minimo”.
“Quando ho visto Meloni con gli stivaloni nell’acqua” qualche giorno dopo l’alluvione in Romagna “ho detto ‘ci siamo tutti’. Poi Giorgia Meloni è scomparsa, qui non si è più vista, si è vista l’arroganza di un viceministro che non ha avuto il coraggio di dire la verità, cioè che questo governo ha deciso che non ci saranno i ristori al 100%”. Lo ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, al Meeting di Rimini. “Questa terra è abituata ad assumersi delle responsabilità ma di fronte a uno Stato che mantiene la parola – ha detto Boccia -. La Repubblica italiana ha garantito nel terremoto e nelle alluvioni precedenti il ristoro al 100%. E le classi dirigenti che si sono succedute hanno garantito che ci fosse trasparenza e rigore”. “Il viceministro Bignami probabilmente ha voglia di candidarsi, se ha voglia di candidarsi lo faccia senza utilizzare una tragedia umana ed economica che coinvolge centinaia di persone – ha concluso -. E se proprio voglio fare polemica, la facciano dopo aver garantito ristori al 100%. Ora devono risponderci sui ristori al 100% che aveva promosso e non è arrivato ancora un centesimo”


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