“La nostra mozione voleva unire idealmente tutte le forze politiche di questa aula nel segno del discorso di Liliana Segre, fatto nel primo giorno di questa legislatura. Quel discorso ci ha ricordato quali sono le date che uniscono la nostra Repubblica e che la nostra è storia antifascista. Noi dobbiamo rinnovare questa memoria per tutti noi e per i nostri figli. Per questo mi sarei aspettato che la maggioranza appoggiasse la nostra mozione senza presentarne un’altra. Perché nell’impegno del nostro testo c’è la radice antifascista della repubblica italiana, della storia di tutti noi. Impegno che non ritroviamo nella mozione della maggioranza. Pensavamo che le parole di Liliana Segre e quelle di Sergio Mattarella fossero sufficienti per riconoscersi in quelle radici. Invece no. Quella lezione data da Liliana Segre forse non è bastata, visto che la maggioranza non si ritrova nelle sue parole e ha sentito la necessità di presentare un’altra mozione. La memoria deve essere una ricostruzione condivisa di ciò che è accaduto che poi diventa lezione per il domani. L’antifascismo fu reazione politica e morale alla dottrina e alla prassi fascista. L’antifascismo nasce come orientamento politico culturale che valorizza la ‘resistenza’ al regime. È in qual patto di resistenza al regime che nasce la nostra repubblica democratica. E quel patto da parte della destra oggi è rinnegato. Ecco perché Giorgia Meloni ha sbagliato a definire solo italiani le vittime delle Fosse ardeatine. Come se la guerra avesse visto solo gli italiani contro i tedeschi. No. In Italia c’erano i nazisti e i fascisti, italiani, erano i loro complici. E dall’altra parte c’erano gli antifascisti.
Chi non pronuncia mai la parola antifascismo rischia di umiliarne la memoria. Via Rasella fu un atto di guerra. E i partigiani che fecero quel gesto erano dalla parte giusta della storia.
Per questo diciamo no ad un revisionismo che indebolisce la nostra
storia e la nostra democrazia che nasce da quella lotta di liberazione. Se si applaude Liliana Segre non ci possono essere punti di vista diversi sulle date fondative della nostra Repubblica.
Perché se no si apre la strada a deformazioni della storia: ricordo alla destra che in questo mondo non è possibile nessuna sostituzione etnica perché questo mondo è multietnico.
Per questo ci saremmo aspettati un voto alla nostra mozione senza condizioni e per questo noi non votiamo la mozione della maggioranza: il 25 aprile non è una ricorrenza comunista o di parte ma la data che ricorda la lotta di liberazione dal regime nazifascista e tutti noi possiamo festeggiare le date che ricordiamo nella nostra mozione perché c’è stata la resistenza antifascista”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia nella discussione sulle mozioni del 25 aprile.


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