“La nostra responsabilità oggi è provare a tenere insieme le ragioni sacrosante della valutazione della Corte europea con una visione produttiva moderna che faccia della decarbonizzazione un punto fermo. Ecco perché il Governo non puo’ dire nave sì, nave no. Ma dobbiamo dire gas per cosa e per quale modello produttivo”. Così il senatore Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, durante l’audizione sulla conversione del Dl Ilva in commissione Industria del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Io penso che dobbiamo approfondire, spostare in avanti i tempi legati alle scadenze che abbiamo ora per il decreto oggetto del confronto. Dobbiamo provare a tenere insieme e coordinare il lavoro del Parlamento con il confronto che il presidente Emiliano sta facendo con il ministro Urso”.
“È evidente – ha continuato Boccia – che in questi due anni e mezzo le proposte fatte dal governo sono cambiate continuamente e spesso dopo fallimenti. Sono state usate parole come ‘interesse strategico nazionale’ per nascondere la una evidente incapacità: l’unica strategia che questo governo ha davvero adottato è quella del rinvio, dell’ambiguità e dello scaricabarile”. “Ora c’è un’altra proposta. Su questa è giusto che da regione e enti locali venga chiesta la responsabilità di tutti i gruppi parlamentari perché l’assunzione di responsabilità qui è collettiva, non può essere solo parziale. Nessuno può sottrarsi: sia chi è maggioranza al governo nazionale sia chi, come dice il Presidente Emiliano partecipa ai governi locali, dal Comune alle Provincia fino alla stessa regione che si è messa sulle spalle la mediazione. Dando atto al Presidente Emiliano di aver posto, anche quando tutti dicevano l’opposto, la pregiudiziale della decarbonizzazione come condizione per qualsiasi opzione industriale. Serve una governance pubblica per garantire occupazione, salute e transizione ecologica. Per questo è necessaria l’acquisizione temporanea da parte dello Stato, tramite il MEF, dell’intero pacchetto azionario degli stabilimenti ex ILVA per assicurare il controllo pubblico in una fase strategica. Va presentato un piano industriale credibile e condiviso, con un Tavolo istituzionale permanente e pieno coinvolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali e serve l’aumento delle risorse da 200 a 400 milioni per garantire continuità produttiva, manutenzione impianti, tutela occupazionale e sostegno all’indotto.
L’ambiente, la salute e le bonifiche devono essere al centro del nuovo modello produttivo: serve un’industria decarbonizzata e sostenibile”.