«La responsabilità politica è di Giorgia Meloni. Ora scappa dal Parlamento, davanti al quale invece avrebbe dovuto rispondere in prima persona». Il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia, da subito ha chiesto che fosse la presidente del Consiglio a riferire alle Camere sulla scarcerazione di Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra da12011 a oggi. Il governo ha deciso di far parlare i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, anche loro indagati insieme alla premier.
Perché non siete soddisfatti?
«Nordio ha dovuto mentire in Parlamento ma è evidente che il ministro della Giustizia e quello dell`Interno siano state delle comparse in questa vicenda. La trattativa con la Libia è stata fatta da Meloni così come è sua la decisione di mettere Almasri su un volo di Stato».
Tuttavia Nordio, informato dell`arresto dal parte della Corte d`appello di Roma, non avrebbe trasmesso il fascicolo che a lui era stato inviato dalla Corte penale dell`Aja. E inoltre il governo sostiene che, alla base, ci sarebbero errori nel mandato d`arresto.
«Ora il governo va alla ricerca di colpevoli, di capri espiatori. Fanno il solito vittimismo, ma la verità è che per colpa loro il Paese si è trovato in una vicenda di una gravità inaudita».
La maggioranza ha più volte detto che, nella scarcerazione, è prevalsa la ragion di Stato. Può essere un attenuante?
«Non vale la ragion di Stato. Di fronte alle torture e ai diritti umani calpestati non ci sono ragioni geopolitiche che tengano. Meloni si è dimostrata incoerente. Diceva che avrebbe dato la caccia ai trafficanti di uomini e invece si è fermata di fronte al più feroce aguzzino e al più spietato trafficante di uomini».
Vede un ricatto della Libia all`Italia?
«Per il governo il diritto internazionale non conta. È più importante tutelare chi continua a commettere reati sulle coste sperando che, attraverso quei reati, vengano limitate le partenze. Verrebbe da dire che è venuta giù la maschera, il re è nudo. Hanno svilito l`importante tradizione italiana in politica estera e purtroppo Meloni, che ha dichiarato di non essere ricattatile ha dimostrato di essere sotto ricatto di un boia e del governo libico».
La Libia però è un Paese strategico con il quale anche il Pd, quando era al governo e il ministro dell`Interno era Marco Minniti, ha stretto accordi. E Meloni dice la sinistra ha messo in atto un sistema criminale sui migranti a proposito dell`inchiesta di Salerno sui falsi permessi di lavoro.
«Ora stiamo parlando del Pd di Elly Schlein. Dopo due anni Meloni dovrebbe aver capito che la lista della cose su cui in passato il Pd aveva fatto scelte diverse è lunga. E, nel 2017, quando sono stati stretti accordi con la Libia, Almasri probabilmente era già un torturatore ma era sconosciuto alla Corte internazionale».
Oggi il Pd farebbe quegli accordi?
«Discutere è un conto, fare accordi è un altro. E il diritto dell`Unione europea viene prima delle leggi ordinarie. Ricordo che il “no” agli accordi con la Guardia costiera libica era uno dei punti scolpiti nella mozione di Elly Schlein».
E qual è la vostra idea?
«Loro non hanno nemmeno il coraggio di assumersi le responsabilità politiche delle azioni che compiono: nel gennaio 2025 c`è stato anche un aumento degli ingressi. Gestiscono il fenomeno dell`immigrazione costruendo centri per le deportazioni in Albania perché evidentemente il loro modello è Trump. Hanno sperperato un miliardo di soldi pubblici, calpestano il diritto comunitario e non capiscono che c`è una gerarchia delle norme».
Ha la percezione che il governo utilizzi l`immigrazione per attaccare i giudici?
«L`esecutivo ha scritto una legge con il più alto numero di paesi sicuri: ventidue. Non regge alla prova del diritto internazionale e dei diritti umani. Non devono meravigliarsi se poi le norme vengono fermate».


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