“Fare le audizioni, che peraltro hanno confermato la criticità del progetto del governo, con il cronometro in mano – ha proseguito Boccia – non ha alcun senso, non stiamo facendo ostruzionismo perché vogliamo ascoltarli e confrontarci, poi si tireranno le somme.
Abbiamo stigmatizzato quanto successo in commissione, togliere la parola al senatore Parrini è stato un chiaro segno di nervosisimo. Se dovesse ricapitare una censura o un momento in cui viene tolta la parola a un gruppo il terreno di gioco cambia e diventa la conferenza dei capigruppo. La presidente Cartabia ha ricordato a tutti che la Costituzione prevede, oltre al rispetto delle minoranze, anche i due terzi per essere cambiata. Una sorta di consiglio alla politica di ascoltarsi, confrontarsi e di fare le modifiche insieme. Se mancano questi presupposti c’è il cortocircuito che è avvenuto oggi”.


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