“Giorgia Meloni ha schierato tutto il centrodestra sul non voto, silenziando in tutti i modi il referendum. Nonostante questo noi siamo impegnati per raggiungere il quorum e crediamo che l’8 e il 9 giugno ci sarà una grande sorpresa di partecipazione collettiva su diritti universali quali lavoro e cittadinanza. Raggiungeremo il quorum? Noi siamo impegnati e lavoriamo per raggiungerlo ma se anche non ci si arrivasse, ma andasse a votare tanta più gente di quella che ha sostenuto il centrodestra, saremmo di fronte a un avviso di sfratto per il governo. La Premier Meloni ha preso alle elezioni 12 milioni e 300 mila voti, se al referendum andassero a votare 12 milioni e 400 persone, sarebbe un avviso di sfratto alla Presidente del Consiglio. Significherebbe che un pezzo di Paese sul lavoro e sulla cittadinanza le sta dicendo ‘non ci piace come stai governando e su questo hai il dovere di cambiare tutto’”. Lo ha detto il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato, a ‘Calibro 8’ su Radio Cusano Campus con Francesco Borgonovo.
“La proposta referendaria – ha spiegato Boccia – è al popolo italiano non agli iscritti al Pd come pretende una ricostruzione macchiettistica. Voteremo sullo stop ai licenziamenti illegittimi, sulla possibilità di dare più tutele ai lavoratori delle piccole imprese che sono 3,7 mln di persone, sulla riduzione del lavoro precario, visto che in Italia 2,3 mln di persone lavorano a tempo determinato fino a un anno senza ragioni e che la precarizzazione selvaggia portata avanti da governi di colore diverso fa sì che in Italia un’azienda possa avere oggi il 100 per cento di lavoratori interinali. Si vota infine per avere più sicurezza sul lavoro e non piangere lacrime di coccodrillo ogni volta che muore un lavoratore o una lavoratrice, e ne muoiono 1000 ogni anno, con 500 mila denunce per infortunio. Infine si vota perché la cittadinanza sia un diritto e non un privilegio. In queste settimane di impegno in giro per l’Italia ho potuto constatare che c’è un’onda di persone che ha un’altra idea del lavoro e dei diritti rispetto alla destra, un’onda che per esempio ci chiede il salario minimo e che ai referendum voterà. Per questo – ha concluso Boccia, – voteremo 5 sì”


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