“Questa vicenda mi ha fatto tornare alla memoria ‘Italia bene comune'”, la coalizione di Pier Luigi Bersani nel 2012 “quando alla prima vera esperienza di responsabilità, allora l’elezione del presidente della Repubblica e oggi l’invio di armi in Ucraina, c’è un pezzo della sinistra del nostro Paese che non sa
assumersi o non vuole assumersi responsabilità di governo. E’ una
costante che torna e che non può non interrogare il Pd”. E’ la
valutazione di Enrico Borghi, senatore Pd, all’Adnkronos sulla non
partecipazione al voto ieri sul dl Ucraina dei due deputati di
Articolo 1, Arturo Scotto e Nico Stumpo”.
Interrogarsi sul fatto di aver fatto rientrare Articolo 1 e magari
prepararsi a nuove scissioni? “Quel che fatto, è fatto. Rilevo
comunque che gli altri deputati di Articolo 1, esponenti di primo
piano come Roberto Speranza, hanno votato a favore e quindi non ne
farei un caso politico dal punto di vista del prodromo di una
scissione. Ma una valutazione politica è imprescindibile. Questo non è
argomento aggirabile o mitigabile. E’ un argomento che determinerà il
decennio, quello del confronto tra democrazia e autoritarismo e il
modo in cui le democrazie si pongono è la cifra qualificante di questo
decennio. Non si può pensare che la caviamo con le bandierine della
pace”.
“E’ lo stesso filone di pensiero -continua Borghi- dei ministri del
governo Prodi che sfilavano in piazza contro il loro stesso governo…
C’è un pezzo della sinistra italiana, peraltro molto limitato
quantitativamente, che vive nella logica della testimonianza
all’infinito e anche nell’incapacità di assunzione di responsabilità
di governo. E’ un film che abbiamo già visto”. Sulla guerra in Ucraina
“noi abbiamo avuto un atteggiamento di estrema coerenza e
responsabilità sia da maggioranza che da opposizione, e credo che non
possiamo in alcun modo farci influenzare da un radicalismo un po’
salottiero”.