“Abbiamo chiesto il ritiro dell’emendamento col quale i relatori chiedono la proroga dei termini per la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore dell’Ucraina, perché ci sono almeno quattro profili di inopportunità tecnica, al di là degli aspetti di merito”. Lo dice il senatore Pd Enrico Borghi dopo aver chiesto il ritiro della norma in commissione Esteri-Difesa e Sanità del Senato. “Anzitutto, l’emendamento sarebbe dovuto essere del governo, e non dei relatori, il quale dovrebbe far precedere questa scelta legislativa da una audizione dei ministri della difesa e degli Esteri qui al Senato per spiegare nel dettaglio motivazioni, implicazioni, aspetti specifici del provvedimento. In secondo luogo, in discussione generale i relatori non hanno fatto minimamente accenno alla possibilità di presentare tale emendamento, che avrebbe oggettivamente allargato la sede del confronto. In terzo luogo, il decreto legge parla di partecipazione del personale militare ad iniziative NATO, mentre qui si parla di un sostegno militare ad un paese extra NATO, oltre che di misure per il servizio sanitario in Calabria, creando un cortocircuito legislativo dal quale un tema delicato come l’aiuto all’Ucraina va sottratto. Infine, in queste ore la Camera sta discutendo degli atti di indirizzo su questa materia. Allora delle due, l’una: o il governo chiede ai relatori di ritirare l’emendamento, o viene in Senato e fa precedere alla fase emendativa una necessaria è indispensabile fase di indirizzo e dibattito”, spiega Borghi. “Resta fermo il fatto che se si seguirà il percorso che suggeriamo, non faremo mancare il nostro contributo nel merito senza alcun spirito polemico”, conclude.


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