Daremo risposte contro la crisi
L`orizzonte è cortissimo: non si sa ancora con quale metodo lavoreranno i saggi indicati dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, né per quanto tempo. Una sola cosa è certa: bisogna superare l`attuale precarietà. Lo conferma Filippo Bubbico, senatore democratico, e presidente della commissione speciale per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione a Palazzo Madama. Incarico in virtù del quale è stato chiamato dal Quirinale a contribuire a quella che per il Colle è un`operazione-salvezza, ma per buona parte della politica è l`ennesimo commissariamento dei partiti.
Quali sono gli obiettivi dei saggi?
«Sto a quanto dichiarato dal Quirinale, perché ancora non ci siamo consultati con il Capo dello Stato. Certamente accompagneremo verso una soluzione l`attuale situazione di ingorgo istituzionale, con un governo in carica solamente per sbrigare gli affari correnti e una situazione di crisi economica che richiede decisioni che vadano al di là dell`ordinarietà. Ci sarà perciò il pieno coinvolgimento delle commissioni speciali di Camera e Senato, e si svolgerà una ricognizione su tutte le questioni problematiche attorno alle quali è possibile trovare una convergenza tra le forze politiche».
Per esempio?
«Di sicuro l`attuazione delle misure rese possibili dal Consiglio d`Europa, a cominciare dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Ma anche altre questioni su cui è opportuno intervenire, con una valutazione congiunta con il governo e l`Unione europea. Penso alla riqualificazione della spesa pubblica: di fronte alla crisi della domanda, se non correttamente finalizzata, la spesa pubblica produce risultati negativi».
E la legge elettorale?
«Si parlerà anche di questo, ma l`incarico è dell`altro gruppo di saggi, dal profilo più politico».
A proposito di politica. Ma lei da chi è stato chiamato? Dal Quirinale o dal suo partito?
«I partiti non hanno svolto alcun ruolo in quest`operazione. Per quel che riguarda me e Giorgetti (il deputato leghista che presiede la commissione speciale di Montecitorio, ndr), l`incarico è chiaramente connesso alla funzione che svolgiamo al Senato e alla camera. D`altra parte, la nota del Quirinale ha messo bene in chiaro che la scelta dei saggi si è basata su criteri oggettivi».
Come si svolgerà il vostro lavoro?
«Non lo so. Lo capiremo domani (oggi, ndr). Per ora non abbiamo abbastanza elementi».
Quanto tempo avrete a disposizione?
«Non so nemmeno questo. Immagino che coinciderà con il tempo necessario a concludere gli adempimenti cui il Parlamento deve dare risposte. Probabilmente termineremo dopo l`elezione del nuovo Presidente della Repubblica e l`auspicabile formazione di un nuovo governo».
Auspicabile ma non scontata, viste le polemiche già scoppiate anche intorno ai saggi.
«Credo siano polemiche strumentali. Da una parte c`è chi dice che si cerca di risolvere i problemi ricorrendo a una sospensione della dialettica democratica e delle funzioni del parlamento e dei partiti. Una lettura per me assolutamente fantasiosa. Dall`altra parte, c`è chi dice che si vuole solamente guadagnare tempo. In realtà, Napolitano ha voluto garantire un contesto politicoistituzionale che favorisca decisioni importanti, che dia segnali positivi al Paese. Perché il momento è oggettivamente difficile: superata la crisi finanziaria, ora siamo nel pieno di una crisi economica e sociale».
Ma tra governi tecnici e saggi, la politica è stata di fatto esautorata.
«Bisogna tornare alla politica. E noi intendiamo essere un ponte perché ciò accada». A pagarne le spese è stato il leader del suo partito, il reincaricato Pier Luigi Bersani. E ancora in campo?
«Sbaglia a dire che ne ha pagato le spese. Bersani ha avuto una posizione lineare, senza usare escamotage o furbizie. Ha indicato un modo per superare quest`impasse, con la disponibilità a condividere un metodo per eleggere il Capo dello Stato, e un altro per cambiare il sistema delle regole. Bersani non è stato politicista. E prima o poi dovremo abituarci a riconoscere questo tipo di condotta come un valore, non come un vizio. Le responsabilità si assumono sia stando al Governo sia all`opposizione».
Non mi ha risposto.
«Bersani resta saldamente in campo, interpretando una linea decisa dalla direzione del partito».
Quali sono gli obiettivi dei saggi?
«Sto a quanto dichiarato dal Quirinale, perché ancora non ci siamo consultati con il Capo dello Stato. Certamente accompagneremo verso una soluzione l`attuale situazione di ingorgo istituzionale, con un governo in carica solamente per sbrigare gli affari correnti e una situazione di crisi economica che richiede decisioni che vadano al di là dell`ordinarietà. Ci sarà perciò il pieno coinvolgimento delle commissioni speciali di Camera e Senato, e si svolgerà una ricognizione su tutte le questioni problematiche attorno alle quali è possibile trovare una convergenza tra le forze politiche».
Per esempio?
«Di sicuro l`attuazione delle misure rese possibili dal Consiglio d`Europa, a cominciare dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Ma anche altre questioni su cui è opportuno intervenire, con una valutazione congiunta con il governo e l`Unione europea. Penso alla riqualificazione della spesa pubblica: di fronte alla crisi della domanda, se non correttamente finalizzata, la spesa pubblica produce risultati negativi».
E la legge elettorale?
«Si parlerà anche di questo, ma l`incarico è dell`altro gruppo di saggi, dal profilo più politico».
A proposito di politica. Ma lei da chi è stato chiamato? Dal Quirinale o dal suo partito?
«I partiti non hanno svolto alcun ruolo in quest`operazione. Per quel che riguarda me e Giorgetti (il deputato leghista che presiede la commissione speciale di Montecitorio, ndr), l`incarico è chiaramente connesso alla funzione che svolgiamo al Senato e alla camera. D`altra parte, la nota del Quirinale ha messo bene in chiaro che la scelta dei saggi si è basata su criteri oggettivi».
Come si svolgerà il vostro lavoro?
«Non lo so. Lo capiremo domani (oggi, ndr). Per ora non abbiamo abbastanza elementi».
Quanto tempo avrete a disposizione?
«Non so nemmeno questo. Immagino che coinciderà con il tempo necessario a concludere gli adempimenti cui il Parlamento deve dare risposte. Probabilmente termineremo dopo l`elezione del nuovo Presidente della Repubblica e l`auspicabile formazione di un nuovo governo».
Auspicabile ma non scontata, viste le polemiche già scoppiate anche intorno ai saggi.
«Credo siano polemiche strumentali. Da una parte c`è chi dice che si cerca di risolvere i problemi ricorrendo a una sospensione della dialettica democratica e delle funzioni del parlamento e dei partiti. Una lettura per me assolutamente fantasiosa. Dall`altra parte, c`è chi dice che si vuole solamente guadagnare tempo. In realtà, Napolitano ha voluto garantire un contesto politicoistituzionale che favorisca decisioni importanti, che dia segnali positivi al Paese. Perché il momento è oggettivamente difficile: superata la crisi finanziaria, ora siamo nel pieno di una crisi economica e sociale».
Ma tra governi tecnici e saggi, la politica è stata di fatto esautorata.
«Bisogna tornare alla politica. E noi intendiamo essere un ponte perché ciò accada». A pagarne le spese è stato il leader del suo partito, il reincaricato Pier Luigi Bersani. E ancora in campo?
«Sbaglia a dire che ne ha pagato le spese. Bersani ha avuto una posizione lineare, senza usare escamotage o furbizie. Ha indicato un modo per superare quest`impasse, con la disponibilità a condividere un metodo per eleggere il Capo dello Stato, e un altro per cambiare il sistema delle regole. Bersani non è stato politicista. E prima o poi dovremo abituarci a riconoscere questo tipo di condotta come un valore, non come un vizio. Le responsabilità si assumono sia stando al Governo sia all`opposizione».
Non mi ha risposto.
«Bersani resta saldamente in campo, interpretando una linea decisa dalla direzione del partito».