Il Sud, capitolo dimenticato nell`agenda dei saggi chiamati da Napolitano? «Niente affatto, le nostre indicazioni si riferivano a tutta l`Italia, perché riteniamo che gli interventi vanno commisurati ai ritardi dei territori». Il senatore del Pd Filippo Bubbico, ex governatore della Basilicata, è uno dei protagonisti del gruppo di lavoro istituito dal presidente della Repubblica. Di lui si parla anche come futuro ministro di un nuovo governo. Ipotesi che «sicuramente» gli farebbe piacere.
 Il vostro lavoro non ha affrontato la questione meridionale. E il governatore Caldoro si è molto lamentato…
«Sì, è vero è sorta una polemica. Ma è forse frutto di considerazioni non approfondite. Sta di fatto che decenni di politiche straordinarie di intervento non hanno dato risultati. E il divario invece di ridursi è aumentato».
Quale sarebbe la soluzione per evitare questo tracollo?
«Bisogna considerare che con la stessa velocità con cui il Sud si allontana dal Nord, anche il Nord si allontana dal Centro Europa. Perciò il nostro suggerimento di puntare sulle politiche per innovare i servizi pubblici e la pubblica amministrazione, che riguarda tutto il Paese, vale tanto più per il Sud».
Si spieghi meglio.
«Facciamo qualche esempio. Un tribunale del Sud comparato con uno del Centro-Nord, con uno stesso numero di giudici, ha un minore rendimento. Tra i motivi vi sono una rete informatica inaccessibile e la mancanza di personale per svolgere determinate funzioni. Così come è noto che non esistono ospedali con lo stesso standard di qualità su tutto il territorio. Una politica per il Sud deve eliminare queste divergenze. In pratica, l`intensità degli investimenti da attuare su tutto il territorio deve essere maggiore dove si presentano maggiori ritardi».
Crede che le vostre elaborazioni potranno essere un punto di partenza per il nuovo governo?
«La mia è un`opinione personale. Dovranno esprimersi i gruppi parlamentari e i partiti. Certo, è un`agenda che il capo dello Stato potrà impegni». i utilizzare per precisare le sue priorità».
È d`accordo con Luca Ricolfi che ieri sosteneva la possibilità di coniugare il programma della destra (meno tasse e burocrazia), con quello della sinistra (più lavoro e welfare)?
«Da entrambe le parti si chiedono meno tasse per imprese e lavoratori. L`unica soluzione possibile a questo problema è la lotta all`evasione fiscale».
Ma è un progetto che implica tempi lunghi…
 «Non necessariamente, se ci si basa sul principio impostato dal governo Prodi. Ogni euro recuperato si dovrebbe mettere a disposizione per ridurre il carico fiscale». Quindi, secondo lei, sarà sufficiente stanare i furbetti?
 «Bisognerà anche premiare i cittadini e le aziende in regola. Sulla fedeltà fiscale si potrebbe istituire un rating di qualità da far valere nelle gare di appalto e in tutti i negoziati. Questa proposta è contenuta nell`agenda consegnata a Napolitano. E andrebbero coinvolte anche le banche per affiancare al rating un minor costo del denaro».
Si parla di lei come ministro di un futuro governo. Le farebbe piacere?
«Sicuramente. Ma non ne parlo. Sono sereno rispetto al mio lavoro e ai miei  impegni».