Interrogazione al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministro per la Pubblica Amministrazione

“Nel corso dell’emergenza rifiuti che coinvolse la Regione Campania, protrattasi senza soluzione di continuità
dal 1994 al 2009, i consorzi di bacino vennero configurati come consorzi obbligatori per la gestione e il
coordinamento della raccolta differenziata, ai quali i comuni avevano l’obbligo di aderire, pagando la
cosiddetta “quota consortile”;
tuttavia, l’intero sistema dei Consorzi si rivelò fallimentare e permeabile a infiltrazioni criminali. I comuni sostenendo motivazioni circa l’inefficienza dei Consorzi, proseguivano ad affidare il servizio di raccolta rifiuti a soggetti terzi. In questo modo, non solo le Amministrazioni locali
continuavano a mantenere il controllo su appalti e risorse, ma impiegavano personale diverso rispetto a quello
dipendente dai Consorzi, determinando enormi buchi nelle casse di questi ultimi. Nel 2010, in mancanza di entrate, i Consorzi ormai indebitati dichiararono la crisi di liquidità e sospesero i
rapporti di lavoro in essere. Nello specifico, 72 dipendenti a tempo
indeterminato dei Consorzi Intercomunali per lo smaltimento dei rifiuti nella Provincia di Benevento presentavano un ricorso cautelare (ex art. 700 c.p.c.) contro i Consorzi Smaltimento Rifiuti BN1,
BN2 e BN3 affinché fosse accertata l’illegittimità del provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa, richiedendo l’immediato ripristino del rapporto di lavoro, oltre che il pagamento di tutte le retribuzioni in sospeso. Le ragioni dei lavoratori furono riconosciute da varie sentenze della magistratura che però, vista anche la situazione debitoria dei Consorzi non hanno mai trovato una risposta concreta. I lavoratori si sono rivolti anche alla Corte Europea dei
Diritti dell’Uomo. La prima sezione della Corte di Strasburgo si è espressa con una decisione il 20 ottobre
2022 n.39637/21, accogliendo la dichiarazione unilaterale del Governo Italiano con la quale l’Avvocatura dello
Stato si impegnava a corrispondere un risarcimento relativo “all’equo processo” e a garantire l’applicazione di
tutte le sentenze emesse dai Tribunali nazionali entro il termine di 90 giorni”. Così la senatrice del Pd Susanna Camusso.
“La situazione attuale – continua la Camusso – ci dice che per 14 anni, 72 lavoratori hanno tentato invano di ottenere il riconoscimento dei propri diritti e dei propri crediti. Per questo motivo e per tutti i ritardi che si sono accumulati ho presentato una interrogazione, sottoscritta da molti colleghi dem, nella quale chiedo di sapere: ‘come i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, intendano intervenire per tenere fede agli impegni presi dal Governo in sede internazionale al fine di riconoscere la materiale soddisfazione dovuta ai lavoratori; perché la dissoluzione dei Consorzi Intercomunali sia avvenuta attraverso modalità contrarie ai principi stabiliti dal CCNL, senza mai definire la posizione dei lavoratori ma disponendone addirittura il licenziamento’”. Così la senatrice del Pd Susanna Camusso.


Ne Parlano